MARIO BORRA
Cronaca

Lodi, ancora ferma la riqualificazione del ponte sul Po: a un anno dalle restrizioni, i lavori non sono ancora cominciati

Dopo alcune prove di carico venne alla luce che il manufatto era in condizioni critiche. Anche il sindaco protesta: “La promessa era di concludere il progetto nel 2024”

Il primo cittadino Marcello Schiavi ha ribadito che l’opera di ristrutturazione potrebbe partire entro la prossima primavera Intanto auto a trenta all’ora e stop ai camion oltre 43 tonnellate

Il primo cittadino Marcello Schiavi ha ribadito che l’opera di ristrutturazione potrebbe partire entro la prossima primavera Intanto auto a trenta all’ora e stop ai camion oltre 43 tonnellate

Castelnuovo Bocca D’Adda, 17 agosto 2024 – Ad un anno esatto dall’introduzione del senso unico alternato sul ponte sul fiume Po, lungo il tratto di provinciale 27, tra Castelnuovo Bocca d’Adda e San Nazzaro, sulla sponda piacentina, la situazione viabilistica resta precaria con il traffico che deve procedere in maniera difficoltosa a causa, appunto, delle restrizioni entrate in vigore ad agosto dell’anno scorso.

La situazione rischia di rimanere così ancora per molto tempo visto che i lavori di consolidamento non solo non sono ancora iniziati, ma non vi è nemmeno il progetto esecutivo.“La Provincia di Lodi, nell’incontro dello scorso ottobre 2023, ci fece avere un cronoprogramma che prevedeva il termine dei lavori entro il 2024. Ad oggi non abbiamo ancora avuto notizia dell’approvazione nemmeno del progetto esecutivo- spiega il sindaco di Castelnuovo, Marcello Schiavi- Considerati i tempi tecnici tra progettazione e procedure di gara penso che i lavori non partiranno prima della prossima primavera.”

Un anno fa, la Provincia di Lodi aveva scoperto che il manufatto era oltremodo fragile e pieno di crepe: infatti, nella primavera del 2023, erano state promosse alcune prove di carico evidenziando che non era più possibile lasciare la circolazione stradale così come era stata fino a quel momento. Il pericolo era talmente evidente che il viadotto era stato collocato in una classe di attenzione complessiva definita alta secondo le linee guida del ministero delle Infrastrutture. Successivamente era stata effettuata un’ulteriore analisi accurata di livello quattro per valutarne la capacità portante. E così era arrivata la decisione drastica.

Fu limitata la velocità a trenta chilometri orari e banditi i mezzi pesanti con stazza di oltre 43 tonnellate. Ora molti automobilisti sono stanchi del disagio e chiedono a gran voce quando saranno effettuati i lavori che dovrebbe consolidare la struttura in cemento armato. Per il maxi intervento servirebbero due milioni e mezzo di euro.