di Carlo D’Elia
Il 26 novembre saranno passati 19 anni dalla tragica alluvione che colpì duramente la città. Una tragedia che ancora oggi è vivissima nella mente dei tanti lodigiani costretti a lasciare tutto nelle proprie case per fuggire dalla furia dell’Adda che esondò in diversi punti. Oggi, dopo tutto questo tempo, la situazione a Lodi è completamente diversa. Gli interventi per garantire la sicurezza sono stati tanti. E ora mancano solo gli ultimi quattro lavori che permetteranno di ridurre quasi a zero il rischio esondazione. La consegna è prevista entro la metà del 2023 e permetterà una protezione di Lodi anche in caso di piena con tempo di ritorno di 200 anni (la stessa che devastò la città nel 2002). Sono in corso, infatti, i cantieri per l’innalzamento dell’argine in riva sinistra lungo via Sauro a valle del ponte sull’Adda, lo ‘spostamento’ della ghiaia nell’alveo a monte, dove si è formata una penisola, l’apertura di una nuova campata sotto il ponte Napoleone Bonaparte e la realizzazione della chiavica alla roggia Molina. Proprio questo ultimo intervento, che prevede la pulizia completa dell’alveo e realizzazione di un sistema automatizzato di chiuse e pompe idrovore per assicurare il deflusso anche in caso di piena e precipitazioni eccezionali, è in fase di ultimazione da parte del Comune.
Il piano previsto per la roggia Molina è da 1,6 milioni di euro. Un intervento che la Giunta Casanova ha varato in tempi record acquisendo tutti i pareri degli enti coinvolti, Parco Adda Sud e Anas compresi. La progettazione del sistema di chiuse e idrovore, che comprende anche un nuovo collegamento Sandona-Molinetta-Molina, si basa su un impianto di sollevamento che è in fase di realizzazione nel punto in cui la tangenziale est di Lodi sovrappassa la Molina ed è stata elaborata dallo studio Hydra di Milano dell’ingegner Silvio Rossetti, che si era già occupato di diversi interventi tra i quali l’abbassamento della briglia sull’Adda. "Un passo avanti significativo per proteggere Lodi dalle piene", osserva il sindaco Sara Casanova che ieri ha presentato lo stato dei lavori dall’Isolotto Achilli. "Lodi è già oggi una delle città più sicure del bacino - dice il presidente di Aipo, Luigi Mille -. Ma concludendo gli interventi, entro il 2023, sarà in grado di resistere anche un’alluvione come quella del 2002". Decisivo il contributo della Regione. A seguire tutte le pratiche e a trovare i fondi è stato direttamente l’assessore regionale al Territorio Pietro Foroni. "I finanziamenti per realizzare le opere ci sono - assicura Foroni -. E stiamo lavorando con il bilancio di previsione per avere un’altra somma da assegnare per tutelare il territorio. Inoltre, Aipo è riuscita a mantenere la promessa fatta a Gino Cassinelli, sull’Isolotto Achilli ci sarà la corrente elettrica. Un atto che permetterà di rendere l’area gestita dall’associazione Num del Burgh fruibile".