
La casa di riposo dove lavorava Sabrina Baldini Paleni (nel riquadro)
Casalpusterlengo (Lodi) – Hanno pianto tutti venerdì pomeriggio all’interno della Rsa dell’Azienda speciale dei servizi di Casalpusterlengo quando si è sparsa la notizia della morte violenta di Sabrina Baldini Paleni, la 56enne operatrice socio sanitaria strangolata giovedì dal compagno nella villetta a Lambrinia, nel Pavese.
“Il personale era talmente scosso che si è fatto fatica a portar avanti in maniera serena il turno di lavoro” ha ribadito chi, in quel momento, era presente. Lacrime vere per una donna unica, amata e stimata da tutti per le sue doti umane prima ancora che professionali. Ieri il presidente della Rsa Davide Orlandi non ha voluto rilasciare dichiarazioni (“sono qui da troppo poco tempo”) nè, almeno le persone in turno in quel momento, hanno voluto dire qualcosa, anche solo per tratteggiarne la figura. Dolce, sorridente e professionalmente preparata sono invece le parole spese da chi la vedeva quasi tutti i giorni perché alla struttura assistenziale doveva necessariamente approcciarsi.
“Quando ho letto la notizia speravo tanto che non fosse lei. Ed invece ho avuto la triste conferma – ha ribadito ieri Fabio Bergamaschi, figlio di una ospite della Rsa –. Era una persona veramente brava e con gli anziani ci sapeva fare, si poneva nella maniera corretta. Anche con noi parenti era sempre sorridente e disponibile”. A Casalpusterlengo la 56enne lavorava da circa dieci anni, proveniente da una struttura simile di Pandino, nel Cremonese. Non era però dipendente diretta della Rsa casalina, ma legata da un contratto con una cooperativa, la Universiis di Udine: sempre pronta, puntuale, professionale, “tagliata“ proprio per questo lavoro, la ricordano i colleghi. Operava nel reparto chiamato ‘tulipani’ ricavato su un piano dove gli anziani sono più “problematici“, dove sono meno autosufficienti ed hanno bisogno di un’attenzione maggiore.
E Sabrina era la persona giusta. Lei che non portava i problemi sul lavoro e che comunque era molto riservata nel merito. Ieri sui social la figlia Selene, la prima a scoprire l’omicidio, ha salutato la mamma (“Sarai sempre nei nostri cuori”) rivolgendosi però anche all’assassino senza mai nominarlo. “Ti ha sempre tolto luce e non ti ha mai permesso di brillare come meritavi. Tutto il male gli tornerà contro”.