Immaginate, nel 2024, che ci siano ancora persone che non si sentono a loro agio in presenza di omosessuali e disabili. Ora aprite gli occhi perché, purtroppo, è tutto vero.
La recensione becera
È successo alla pizzeria “Le Vignole” di Sant’Angelo Lodigiano. Un cliente, dopo essere aver mangiato nel locale, ha lasciato una recensione su Google. Una pratica ormai diffusissima e che, nei casi in cui al centro del commento ci sono criteri di valutazione oggettivi per un ristorante, spesso può far evitare fregature o far scoprire “gemme” nascoste. Non è stato questo il caso. Il cliente in questione ha infatti dato 1 stella alla pizzeria nel Lodigiano anche se, nel suo commento, si legge che “la pizza era eccellente e il dolce ottimo” ma “non ci andrò più”. Frasi che assumono un senso, almeno nella testa di chi le ha scritte, leggendo la prima parte della valutazione: “Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay”.
Poi l’assurda recensione entra nei dettagli peggiorando, se possibile, la posizione del cliente omofobo: “Non me ne sono accorto subito perché sono stati composti”. E non è tutto. Perché poi il gentile, si fa per dire, avventore rincara la dose: “C’era anche un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà”. Poi il giudizio finale che ha portato alla valutazione minima: “Mi spiace ma non mi sono sentito a mio agio”. Un commento che sembra arrivare dal Paleolitico e invece è stato scritto nel 2024.
La risposta della proprietaria
Per questa ragione, i proprietari del locale non hanno voluto lasciar cadere nel vuoto la vergognosa recensione: “Egregio cliente”, l’incipit cordiale della risposta. “Apprezziamo il suo impegno per valutare il nostro servizio attraverso la sua recensione, nonostante questo ci tenevo a farle presente che il nostro locale è aperto a tutti e i requisiti che chiediamo ai nostri ospiti sono l’educazione e il rispetto verso ognuno”. Poi, l’attacco: “Le sue parole di disprezzo verso ospiti che, non mi sembra vi abbiano importunato, mi sembra una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole. Ci tengo inoltre a sottolineare che non è passato inosservato il suo sguardo infastidito anche verso il ragazzo in carrozzina”. Poi l’invito a non tornare mai più: “Detto ciò, a fronte di queste bassezze umane e di pessimo gusto credo che il nostro locale non faccia per lei. Non selezioniamo i clienti in base ai loro gusti sessuali e men che meno la disabilità. Quindi le chiedo gentilmente di non tornare da noi, a meno che non trovi in sè i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati” firmato, con tanto di cordiali saluti, Giovanna Pedretti.
Una risposta educata e decisa a una recensione becera e piena di odio che nel 2024 non dovrebbe trovare diritto di cittadinanza. Forse però, con altri ristoratori (o forse meglio dire persone) come Giovanna, i commenti come quello del cliente omofobo sono destinati a scomparire per sempre.