Codogno (Lodi), 6 febbraio 2024 – Aveva scambiato il Pronto soccorso dell’ospedale di Codogno per un rifugio di fortuna, dove stare al caldo. Da alcuni giorni infatti un venticinquenne egiziano si presentava al presidio di viale Marconi pretendendo di rimanere all’interno dei locali del Dipartimento di emergenza-urgenza, senza però aver alcuna ragione di natura sanitaria da addurre. Non sapeva dove andare a dormire e aveva quindi optato per un luogo decisamente non consono. La circostanza si stava ripetendo nel tempo, tanto che il personale medico è stato costretto ad allertare le forze dell’ordine che, domenica, sono intervenute per capire cosa stesse succedendo.
Compreso che il venticinquenne godeva di buona salute e che non c’erano ragioni perché si intrattenesse oltre nel Pronto soccorso, i carabinieri del Comando Compagnia di Codogno, dopo averlo fatto uscire e dopo l’identificazione, lo hanno sanzionato in applicazione del decreto legge del 2017 che regola le disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città, integrato dal recente provvedimento denominato “decreto Caivano“. L’uomo non si è mostrato violento né ha interrotto o turbato la normale regolarità del servizio, ma la sua presenza era ovviamente incompatibile con il luogo. Non è la prima volta che il presidio codognese si trasforma in un dormitorio per sbandati: tempo fa, a livello sindacale, era stato denunciato il fatto che negli scantinati si aggiravano persone che dormivano vicino ai locali caldaia.
La presenza del giovane egiziano però mette di nuovo al centro in maniera preponderante la questione dei clochard in città: proprio alcuni giorni fa, nell’area abbandonata dell’ex balera Majorca, a poche decine di metri dall’ospedale, un senzatetto accendendo un piccolo fuoco aveva attirato l’attenzione di un passante che aveva allertato i vigili del fuoco. L’arrivo dei pompieri ha potuto accertare che un’ala del vecchio dancing era stata trasformata in giaciglio con un materasso, resti di cibo, pentolame.
Poche settimane fa inoltre era stata sgomberata la vecchia fabbrica di via Mochi, da qualche anno riparo frequentato da clochard con un alto tasso di ricambio: le persone all’interno sono state fatte uscire e i varchi sono stati sigillati.