Tavazzano (Lodi), 25 aprile 2019 - «Durante l’aggressione, giovedì scorso, da parte di nove richienti asilo, avvenuta con sputi, calci, pugni, finché non mi hanno sollevato di peso e sbattuto fuori, ho avuto paura. Anche oggi (ieri, ndr) tremo, da quando alle 6 le forze dell’ordine sono venute, hanno detto ai sette nigeriani e ai due maliani di fare i bagagli e lasciare l’edificio. Ma mi è dispiaciuto vederli andare via: erano ragazzi, tra i 20 e i 26 anni, che avevo formato, cresciuto, curato». Salvatore Polito, l’educatore della coop Azione Sociale di Caccamo (Pa), ieri sbrigava pratiche, mentre, fuori dal centro di accoglienza all’ex hotel Napoleon, una dozzina di agenti di polizia e carabinieri con le camionette, presidiava via Garibaldi.
«C’erano già stati alcuni episodi, ma per quieto vivere li avevo sempre coperti – afferma Polito –. Il problema è che questi ragazzi vanno a raccontare le loro storie davanti alle commissioni, ma poi i dinieghi della richiesta di asilo arrivano via pec ed il compito gravoso di dargliene comunicazione spetta a me. È per questo che il 18 aprile, attorno all’ora di pranzo, sono stato aggredito: ho comunicato a due dei 57 ospiti il respingimento della richiesta e loro mi hanno ritenuto responsabile». E’ scattata così l’aggressione di gruppo, fino all’arrivo dei carabinieri. «Poi però c’era stato un chiarimento, gli animi si erano calmati, i ragazzi sono rimasti lì. Stamattina siamo rimasti tutti sorpresi dalla decisione del Prefetto». Marcella Cardona, infatti, ha revocato ai nove richiedenti asilo le misure di accoglienza: niente più soggiorno, pasti, pocket money, ora sono in mezzo ad una strada.
«Sono deluso – conclude l’educatore –. Dal 2016 con gli ospiti del centro era nato un rapporto di amicizia: i ragazzi si erano integrati. Quasi tutti giocavano a pallone, tra loro o con persone della parrocchia. Al mattino andavano a studiare al Cpia di Lodi, qualcuno aveva trovato un lavoretto, comunque erano tutti abbastanza integrati». «Noi, da tempo, avevamo rimarcato la situazione di insicurezza legata al Napoleon – commenta l’assessore regionale Pietro Foroni –. Purtroppo i fatti ci hanno dato ragione. Complimento al Prefetto per i provvedimenti assunti».