Brembio (Lodi), 20 giugno 2024 – Tragedia in cascina, questa mattina 20 giugno, a Brembio, all’interno dell’azienda Bassanetti, dove poco dopo le 9.30 un ragazzo di 18 anni è morto.
Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, al vaglio dei carabinieri della compagnia di Codogno e dei tecnici dell’Agenzia di tutela della salute, competenti in materia di infortuni sul lavoro, il giovane era sdraiato sotto una seminatrice per un lavoro di manutenzione e sarebbe deceduto dopo essere rimasto schiacciato dal macchinario agricolo, o da un pezzo dello stesso.
Il drammatico incidente è avvenuto in via Cavour. I soccorsi, allertati dai presenti, si sono immediatamente attivati ma purtroppo invano. I militari dopo tutti i rilievi del caso, hanno messo sotto sequestro la seminatrice che sarebbe crollata su Pierpaolo per esaminarla. Il corpo del ragazzo è stato restituito alla famiglia per l’organizzazione dei funerali.
La vittima è Pierpaolo Bodini, classe 2006, di soli 18 anni quindi. Il ragazzo è stato soccorso dall’automedica e da un’ambulanza della Croce casalese ma tutto è stato inutile. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco. Sul posto era presente anche un ragazzo di 20 anni che non è rimasto coinvolto nell’incidente ma è stato portato sotto choc all’ospedale di Codogno. Bodini, studi all’agrario Tosi, era un appassionato di macchine agricole e lavoro nei campi, come dimostrano anche le immagini dei suoi social.
La sindaca
Sul luogo della tragedia si è recata subito la sindaca di Brembio, visibilmente sconvolta per quanto accaduto. “Il Comune penserà a una giornata di lutto cittadino – ha detto Oriana Ghidotti –, sono cose che non dovrebbero mai accadere mai, specialmente in un piccolo paese di 3000 abitanti con l'agricoltura che è un settore vitale. Qui la campagna regna sovrana e vedere questi giovani che vi si dedicano è bellissimo. Quello che sucesso ci distrugge". Distrutto anche il titolare dell’azienda agricola Bassanetti che ha parlato con la prima cittadina.
I sindacati
Davanti all’ennesima tragedia sul lavoro – di ieri la notizia del bracciante agricolo morto a Latina – una delegazione sindacale della Cgil ha esposto uno striscione sulla cancellata dell’azienda che la mamma del ragazzo ha chiesto subito di togliere, senza polemiche, “perché lui stava facendo ciò che amava”.
"Siamo venuti per solidarietà e per denunciare un problema tragico, quello delle morti sul lavoro – hanno detto i sindacalisti – ma ci hanno mandati via. Abbiamo messo lo striscione non certo per protesta ma la reazione della mamma è comprensibile”. “Mancano controlli, formazioni, ispettori e sanzioni verso coloro che non adottano i provvedimenti necessari a mantenere la sicurezza sul lavoro – concludono – soprattutto in agricoltura dove si registrano 8000 sinistri l'anno di cui 300 con esito mortale”.