CARLO D'ELIA
Cronaca

Lodi, truffa dei diamanti: 40 risparmiatori chiedono aiuto

Hanno perso dagli ottomila ai 90mila euro. Federconsumatori: "Avviate le pratiche per i risarcimenti ma l’iter non è facile"

Un diamante

Lodi, 24 luglio 2018 - Avevano investito tutti i pochi risparmi nei diamanti. Sono quaranta i risparmiatori lodigiani che si sono rivolti alla Federconsumatori Lodi perché vittime della truffa dei diamanti. Ad aprile, quando il caso era appena esploso, in provincia erano poco meno di una decina. In Italia ora sono oltre un migliaio i piccoli risparmiatori che chiedono un risarcimento.

I fatti risalgono, almeno per i casi lodigiani, al periodo compreso tra il 2008 e il 2014. In un momento in cui alcune banche erano a rischio di fallimento e molti risparmiatori vedevano svanire i propri averi a causa di spregiudicate operazioni di salvataggio, il rifugio negli investimenti in diamanti a molti era sembrata una buona strada. A suggerire l’operazione erano stati gli stessi consulenti bancari che assicuravano un «investimento sicuro». I lodigiani hanno investito da ottomila euro a novantamila euro, con una media di circa undicimila euro per vittima. Peccato che quegli stessi diamanti, oggi, si è scoperto che hanno valori fortemente svalutati e i cittadini non riescono neanche a venderli sul mercato.

Sulla vicenda dei diamanti da investimento è intervenuta l’Antitrust (l’Autorità garante della concorrenza e del mercato) infliggendo multe e sanzioni per oltre 15 milioni di euro. Anche gli istituti bancari coinvolti nella vicenda (Unicredit, Banco Bpm, Banca Intesa e Mps) sono stati puniti per aver dato informazioni «gravemente ingannevoli e omissive», aggravate dal fatto che le quotazioni relative ai prezzi dei diamanti erano fissate attraverso la «contrattazione in mercati organizzati». Sulla decisione dell’Anticorruzione è stato presentato un ricorso al Tar: la decisione arriverà a ottobre. Intanto, il Banco Bpm ha incontrato Federconsumatori per riuscire a trovare una soluzione. L’ultimo tavolo di confronto si è tenuto venerdì a Milano, senza però che si siano registrati grossi passi avanti.

«È una questione che stiamo tenendo sotto controllo - spiega l’esponente di Federconsumatori Lodi, Umberto Poggi -. Da tempo stiamo lavorando per avviare le pratiche di richiesta di risarcimento, ma è un iter non facile. Ad aprile ho già avuto delle risposte da parte della Banca d’Italia e dalla Consob, che si scaricano a vicenda le colpe, e anche dell’azienda dei diamanti che si è occupata del business. Sono fatti che risalgono dal 2008 al 2014. La Banca Popolare di Lodi è l’unica ad avere delle responsabilità tra i clienti lodigiani. Chiediamo il rimborso per i piccoli risparmiatori che sono stati truffati».

Sulla vicenda Intesa San Paolo fa sapere che "Fin da settembre 2017 abbiamo risposto positivamente alle richieste dei clienti intenzionati a vendere i propri diamanti acquistati tramite DPI, che non erano riusciti a farlo con mandato alla società. Tale disponibilità è stata confermata da Intesa Sanpaolo con una comunicazione specifica inviata a gennaio a tutti i clienti detentori di diamanti acquistati da DPI tramite le proprie filiali: qualora ci sia una volontà di vendita per esigenza di liquidità o altre motivazioni,  la Banca si è resa disponibile a ritirare le pietre a un prezzo pari al costo pagato dal cliente per l’acquisto, nel caso in cui DPI non riesca a soddisfare le richieste di rivendita entro i trenta giorni previsti dal conferimento del mandato".