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Lodi, un toro caricò e uccise un mungitore nella stalla: condannato a otto mesi il suo datore di lavoro

La tragedia il 30 novembre del 2026 a San Martino in Strada. La Cassazione ha confermato le sentenze dei primi due gradi di giudizio

L'incidente si era verificato in una stalla a San Martino (foto di archivio)

L'incidente si era verificato in una stalla a San Martino (foto di archivio)

Lodi – Il 30 novembre 2016 Mamhoud Abou Soliman, detto “Mimmo', 53 anni, padre di tre figli, morì all’ospedale Maggiore di Lodi, dove era arrivato in gravissime condizioni dopo essere stato incornato da un toro. L’animale aveva caricato l’uomo, un mungitore esperto, in Italia da 26 anni, all’interno della cascina Podere Castello, a San Martino in Strada, dove era impiegato da tre anni. 

Per quella morte, la Cassazione ha condannato a otto mesi di carcere per omicidio colposo il datore di lavoro del mungitore egiziano, che non aveva a disposizione vie di fuga per sottrarsi alla furia del toro. Gli ermellini hanno respinto il ricorso della difesa secondo la quale non c'era la certezza che "una diversa e migliore recinzione avrebbe impedito l'evento" e che il lavoratore sarebbe "entrato nel paddock contro le direttive impartite da datore, oltre che senza strumenti e in presenza di un toro irrequieto", quindi prevedibilmente pericoloso.

Nella sentenza del 22 luglio – riferisce l’Agi –, la Suprema Corte ricorda che già i primi due gradi di giudizio avevano accertato che "la stalla nella quale si trovava il toro era priva delle necessarie vie di fuga tali da garantire l'uscita dai box o la separazione dall'animale in caso di pericolo" e che si erano registrate "plurime omissioni della disciplina antinfortunistica", come la mancanza di corsi di formazione per la sicurezza. Bocciata anche le tesi dell'attacco "imprevedibile" perché "il toro risultava molto irrequieto, tanto che il veterinario lì presente aveva invitato il datore (e per lui i suoi dipendenti) a non entrare nel box in cui si trovava l'animale". Era stato lo stesso imprenditore agricolo a violare le indicazioni del veterinario.

"Entrato nel box per provare a muovere le bovine – questo la versione accolta dai giudici – aveva intimato al mungitore di rimanere all'esterno, nel paddock. Il datore aveva fatto uscire dal box il toro che così era entrato nello stesso ambiente in cui si trovava il lavoratore, colpito e caricato senza scampo a causa dell'assenza di vie di fuga".