È passato un mese dalla morte di Giovanna Pedretti, una tragedia che ebbe risalto in tutta Italia. Le indagini continuano per istigazione al suicidio a carico di ignoti. Il caso scoppiò il venerdì 12 gennaio, quando le principali testate riportarono che una pizzeria di Sant’Angelo Lodigiano, Le Vignole, aveva avuto una recensione negativa online: "Sono stato messo a fianco di due gay e un disabile, non tornerò più anche se la pizza era eccellente".
La ristoratrice rispose invitando il cliente a non tornare più, ricordando come nel ristorante non fossero ben accette discriminazioni in base ai gusti sessuali o le abilità fisiche. Il commento con risposta venne pubblicato su Facebook dalla stessa Pedretti. Tuttavia sui social il sabato si diffuse poi il dubbio che la recensione fosse falsa, che anzi fosse la Pedretti a sfruttarla per farsi pubblicità.
Il dubbio fu particolarmente alimentato da influencer come il food blogger Lorenzo Biagiarelli e la moglie Selvaggia Lucarelli che sui loro social bollarono la recensione come "palesemente falsa". Si creò così una tempesta mediatica social nei confronti della Pedretti che nel giro di un giorno passò da essere encomiata a venire pesantemente insultata.
La domenica venne trovato nel fiume Lambro il corpo di Giovanna Pedretti: a denunciare la scomparsa, il marito. Non reggendo la situazione, sofferente per problemi psicologici pregressi, la 59enne si era tagliata i polsi e poi lanciata nel fiume dopo essere uscita di casa alle 5 del mattino. Il corpo fu trovato nel tardo pomeriggio. Quale turbamento assillasse la mente della ristoratrice non si saprà mai, anche se gli inquirenti stanno cercando di riscostruire la vicenda con un fascicolo tuttora aperto per istigazione al suicidio verso ignoti. Soprattutto si cerca ancora di decifrare quella recensione, di accertare chi ne sia stato l’autore. Ai funerali di Giovanna Pedretti c’era tutto il paese, unito nel ricordo di una donna molto amata nella propria comunità.
Cordoglio ma anche tanta rabbia, tanto che quando la bara uscì dalla chiesa uno striscione venne piazzato davanti ai fotografi, per impedire gli scatti. Un dramma di cui c’è ancora molto da capire, mentre quello che è success non può non provocare la riflessione di molti anche sul potere dei social.
Luca Pacchiarini