MARIO BORRA
Cronaca

Una frazione contro la Provincia: "No alla pista ciclabile. Amplierebbe solo lo stradone"

Santo Stefano Lodigiano, i cittadini di Chiavicone bocciano il restyling del tratto di Sp che attraversa il pugno di case. Per loro sarebbe come creare un’autostrada per chi già corre troppo. Pure il Comune frena.

Una frazione contro la Provincia: "No alla pista ciclabile. Amplierebbe solo lo stradone"

Una frazione contro la Provincia: "No alla pista ciclabile. Amplierebbe solo lo stradone"

Santo Stefano Lodigiano (Lodi) – La piccola frazione contro la Provincia sullo scottante tema della ricetta anti-traffico lungo la strada che taglia in due la località. Chiavicone, cento abitanti, ha detto "no" all’ipotesi della riqualificazione del tratto di Provinciale che attraversa il pugno di case e pure la vicina frazione Fornasone, da tempo ormai soggetto a continui passaggi di camion e trattori oltre alle vetture a fortissima velocità che scelgono di bypassare altre strade per connettersi con la Sp145 verso San Rocco al Porto e Piacenza. L’altra sera allo spazio polivalente di via Forni un’affollatissima e infuocata assemblea pubblica, organizzata dal sindaco Marinella Testolina ma voluta fortemente dall’opposizione sulla spinta di un gruppo di cittadini esasperati, ha discusso del progetto di allargamento della strada e della creazione di un marciapiede-pista ciclabile, respingendolo al mittente.

Al funzionario della Provincia, arrivato nella Bassa per far conoscere i dettagli dell’intervento, i cittadini hanno ribadito di non voler nulla di diverso dal vecchio progetto della mini-bretella che collegherebbe il tratto di Sp 116 con la Sp 145, in auge alcuni anni fa e poi messo nel cassetto per mancanza di fondi. Il tecnico provinciale ha presentato il progetto come necessario ("La strada non è a norma"), ribadendo che si prevederebbe un allargamento da quattro a sei metri della carreggiata e la creazione di un percorso protetto per circa 500 metri con larghezze diverse, da un massimo di 2.5 metri a un minimo di 1.5.

La Provincia ha fatto intendere che anche ora i soldi per la variante non ci sono e che l’alternativa alla messa in sicurezza dal costo di 900mila euro sarebbe lasciare le cose come stanno, magari solo con qualche intervento palliativo – cartellonistica, rialzi, ordinanze di divieto di passaggio – che però non sarebbe risolutivo. I cittadini hanno bocciato sonoramente la ciclopedonale, ribadendo che allargare la strada significherebbe creare una sorta di autostrada, incentivando ancora di più chi schiaccia troppo sull’acceleratore.

"Io non riesco a guardare la tv alla sera", ha ribadito un abitante. "Ho le crepe sui muri e gli oggetti cadono dalle mensole", ha confermato un altro. Alla fine i cittadini hanno vinto: l’Amministrazione comunale ha infatti promesso di effettuare un’osservazione in Provincia chiedendo di reinserire nel Ptcp la mini-tangenziale, accantonando la ciclopedonale.