Il camionista "aveva la possibilità, prima di svoltare, di avvedersi della presenza di Richard alla sua destra". È quanto emerge dalle motivazioni alla sentenza di maggio con cui il giudice Vincenzo Giordano ha condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione P.S., 53enne dell’Alessandrino, che il 2 ottobre 2021, alla guida di un’autocisterna, ha investito e ucciso l’undicenne Richard Camellini, in bici, all’incrocio tra via Papa Giovanni XXIII e corso Rosselli a Voghera. Nelle motivazioni si legge che i testimoni raccontano che al verde il camionista aveva alla sua destra i ciclisti fermi: "Per ben 47 secondi aveva la possibilità di rendersi conto della loro presenza e strutturare una manovra che evitasse qualsiasi tipo di pericolo". Per il giudice proprio il fatto "che egli non si sia avveduto della presenza dei ciclisti, come da lui sostenuto, di cui almeno due fermi insieme a lui all’intersezione, rappresenta una grave colpa, soprattutto per un guidatore professionale di autocarri come lui". Il giudice evidenzia anche che il camionista stava telefonando e, sebbene usasse la corretta modalità bluetooth, ciò "ha inciso, secondo elementari logiche di esperienza, sull’attenzione e cautela adoperate". Inoltre, "come riconosciuto concordemente dai consulenti, la sua visibilità era massima in tutti i segmenti di guida".
Una volta avvertito il pericolo, avrebbe dovuto fare "una decisa frenata e non una semplice decelerazione", comportamento che "avrebbe sicuramente evitato l’evento morte". Il giudice indica che i ciclisti avrebbero potuto non "sopravvenire sulla destra", ma tale circostanza colposa "ha inciso lievemente nella produzione dell’evento" rispetto alla condotta dell’imputato. Il camionista in seguito "non ha mai riconosciuto solidarietà alla famiglia della vittima", scrive il giudice.