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Lodi, 14 novembre 2021 - Nel 2020, complice la pandemia da Covid e le misure per combatterla, quel virus non si era fatto vedere. Grazie ai dispositivi di protezione e al lockdown, negli ultimi dodici mesi non era riuscito a diffondersi come aveva fatto ogni anno. Ma stavolta il virus respiratorio sinciziale (Vrs) è tornato a manifestarsi nei bambini da zero a due anni e lo ha fatto anticipando la stagione. Un’ondata che è arrivata con oltre due mesi d’anticipo. La bronchiolite, riconducibile al virus respiratorio sinciziale, però, preoccupa ma non allarma i medici lodigiani che stanno gestendo, per ora, il fenomeno senza enormi difficoltà. A Lodi sono 7 i bambini ricoverati per virus sinciziale nel reparto di Pediatria dell’ospedale Maggiore. Nel reparto gestito dal primario Roberta Giacchero dal 2018, il virus respiratorio ha registrato un aumento netto di contagi tra i più piccoli in questo inizio di stagione invernale. I baby pazienti hanno da un mese ai due anni. I primi bambini con i sintomi della malattia sono iniziati ad arrivare a fine settembre e, da allora a oggi, ne sono stati curati una ventina. Dati che non fanno allarmare. Ma l’attenzione è massima perché si tratta di un altro virus che, nell’era del Covid, sta facendo preoccupare i genitori. Soprattutto dopo i quasi venti casi segnalati a Padova e in altre città italiane, oltre al clamore mediatico legato all’infezione della figlia di Chiara Ferragni e Fedez. "Si tratta della recrudescenza di un virus stagionale che tra i più piccoli esisteva già prima del Covid", spiega Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria. All’ospedale di Lodi al momento non si sono registrati decessi legati al virus. I bimbi hanno tosse e difficoltà a respirare. L’apnea è il sintomo tipico dell’infezione per i piccoli con meno di 6 mesi. Una visita del medico accerta una malattia dell’apparato respiratorio: molto spesso una bronchiolite e meno frequentemente una polmonite. Nella maggior parte dei casi non si ricovera. I sintomi si trattano a casa. Importante è evitare che il bimbo si disidrati e che i genitori controllino con cura che non ci sia un aggravamento dei sintomi. Oggi non esiste un vaccino per prevenire questo tipo di malattia. Chi ne è affetto in forma grave può aver bisogno di un ricovero in ospedale. Vengono somministrati ossigeno e un antivirale, che viene dato solo nei casi in cui i sistemi immunitari sono particolarmente deboli.