Dopo l’allarme lanciato dai residenti della località Barbina di Lodi, che temono, in autunno, una piena del fiume Adda, che li metta in seria difficoltà, il Comune risponde all’appello. Domenico Ossino, residente della zona, sostiene che i lavori di arginatura della sponda destra del corso d’acqua, a valle del ponte, partiti a fine febbraio, "non serviranno a proteggere le due aziende agricole e un condominio presenti in zona Barbina dove si rischia di finire sommersi". "Ho ricevuto due volte e si sono susseguiti diversi colloqui telefonici con il signor Ossino – replica l’assessore alle Politiche delle acque Ettore Fanfani (foto) –, non manca l’impegno a fornire una risposta sulla questione: ovvero la necessità di garantire la difesa di alcune aree isolate, situate nelle fasce oggi indicate come esondabili dal Piano di assetto idrogeologico, elaborato su scala pluriregionale dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po".
"Precisato che Lodi – aggiunge – si potrà presto ritenere protetta dalle piene, grazie al completamento delle opere di arginatura in sponda destra, con la realizzazione della nuova chiavica sulla Roggia Molina e interventi complementari e di quelle in sponda sinistra, con la definizione del tratto mancante di argine a valle del ponte storico, permangono situazioni di vulnerabilità: quelle relative alle località Barbina, Barbinetta, Valgrassa, in sponda sinistra, e delle aree Canottieri e La Cava, in sponda destra". Dall’ente fanno sapere che il 15 giugno il sindaco ha inviato una lettera all’Assessorato al Territorio e alla Protezione civile di Regione Lombardia, chiedendo indicazioni circa la procedura da seguire per individuare le opportune opere di difesa necessarie per la sicurezza idraulica di questi nuclei abitati isolati: "A questa richiesta, è seguito l’interessamento per inserire gli eventuali interventi nelle programmazioni finanziarie comunali" precisa l’amministratore. Si attende quindi risposta". Fanfani infine sottolinea che "il progetto in realizzazione è stato elaborato da uno studio specializzato che vanta una conoscenza consolidata delle dinamiche idrauliche della città e ha individuato la soluzione migliore per salvaguardare l’abitato di Selvagreca. Ritengo quindi che le esigenze dei residenti nelle zone citate siano state tenute nella massima considerazione. Speriamo che anche Ossino se ne convinca". Paola Arensi