Lodi, 27 luglio 2023 - Grandine e “stravento”, oltre il 50% delle imprese agricole, associate a Confagricoltura, nei territori di Milano, Monza Brianza e Lodi, hanno subito danni. Le continue rovinose precipitazioni hanno creato parecchie difficoltà agli imprenditori agricoli.
“I danni sono importanti, ma difficili da quantificare, sia per quanto riguarda le ricadute economiche immediate, che ancora di più quelle sulla disponibilità del prodotto”, spiega il presidente di Confagricoltura Francesco Pacchiarini.
Il maltempo ha investito le colture di tutte le tipologie, dai cereali all’ortofrutta, ma anche le strutture, in particolar modo nel Milanese. “È in corso in queste ore una ricognizione puntuale, anche ai fini dell’apertura dei sinistri, per chiarire la situazione – aggiunge Pacchiarini –. E dal Comune di Milano è arrivata una richiesta formale trasmessa alle aziende agricole del DAM (Distretto Agricolo Milanese) di supporto alla Protezione civile nelle attività di sgombero e pulizia delle aree cittadine più colpite Confagricoltura ha già offerto la disponibilità alla collaborare”.
A questa situazione si aggiungono l’annata siccitosa del 2022 e la perdita del raccolto con punte fino al 90%. Da Pacchiarini arrivano rassicurazioni sull’impegno per richiedere lo stato di calamità, ai sensi del decreto legislativo 102/2004: “La priorità è garantire alle nostre imprese i ristori, ma la nostra riflessione in questo momento si allarga anche alla necessità di ottenere polizze assicurative più adeguate alla tutela dei nuovi rischi”.
Le testimonianze di chi dovrà affrontare i danni sono allarmanti. “Il danno maggiore, quantificato dal nostro perito in circa 250mila euro, è stato riportato dal nuovo capannone di stoccaggio delle colture, completamente distrutto – spiega Emanuele Parapini, titolare di un’azienda cerealicola a Settala. Avevamo finito di pagarlo a marzo, dopo tre anni. Oltre che sulla specifica attività bloccata, prevediamo ripercussioni sull’intera economia aziendale, perché saremo costretti a rimandare altri investimenti già in programma. A questa situazione si aggiunge l’annata siccitosa del 2022 e la perdita del raccolto con punte del 90% nel nostro caso. Le prospettive degli eventi climatici estremi ci preoccupano molto, anche alla luce dei cambiamenti introdotti dalla PAC che limitano la scelta dei seminativi: le aziende infatti, soprattutto gli allevamenti vocati all’autoconsumo, faticheranno a organizzare le rotazioni, rischiando di trovarsi senza prodotti, o con foraggi di pessima qualità”.
Anche Stefano Sacco, nelle sue aziende di Buccinasco e Corsico, denuncia ingenti danni ai terreni coltivati a mais e scoperchiature di capannoni: “Fenomeni del genere non hanno mai interessato le nostre zone, se non in modo sporadico: negli ultimi giorni è stata travolta, con intensità omogenea, un’area decisamente ampia, dal Piemonte alla Lombardia al Veneto. Circa il 50% delle nostre coltivazioni ha subìto conseguenze serie, ma l’entità delle perdite potremo stimarla solo valutando l’effettivo decadimento della qualità del prodotto. Degli alberi ultracentenari presenti nelle aziende, solo la metà è sopravvissuta”.