LUCA RAIMONDI COMINESI
Economia

Flexotecnica, no all’intesa: sfuma anche l’ultimo tavolo. Ora lettere di licenziamento

Tavazzano, muro contro muro tra azienda e sindacati in Regione. “C’è amaro in bocca, non c’è stato nessuna sensibilità verso i lavoratori”

I lavoratori della Flexotecnica ieri mattina in presidio sotto la sede della Regione Lombardia

I lavoratori della Flexotecnica ieri mattina in presidio sotto la sede della Regione Lombardia

Tavazzano (Lodi) – Giù il sipario, senza un’intesa, per la vertenza tra Fiom Cgil e Koenig & Bauer Flexotecnica, società metalmeccanica di Tavazzano specializzata nella costruzione di rotative per la stampa. E oggi i 24 lavoratori coinvolti dal 20 gennaio scorso in una procedura di licenziamento collettivo, in quanto dichiarati in esubero dalla direzione aziendale, potrebbero già ricevere le prime lettere di cessazione del contratto. Ieri, in Regione si è tenuto l’ultimo di una lunga serie di incontri, iniziati a febbraio nella sede di Assolombarda a Lodi e poi proseguiti in sede regionale: dalla società non è infatti emersa la volontà di venire incontro alle istanze dei lavoratori. I sindacati avevano chiesto sin da subito un periodo di transizione che permettesse agli operai di trovare un’altra occupazione o di raggiungere la pensione, attraverso l’istituzione di un piano di prepensionamento e di cassa integrazione straordinaria.

Richieste negate dalla società in ogni sede. Dal canto suo, infatti, Koenig & Bauer aveva proposto un incentivo pari ad una settimana per ogni anno lavorativo (poi aumentate a 2 settimane nell’incontro online dello scorso 4 aprile). Un’offerta che le rappresentanze dei lavoratori hanno considerato come “inadeguata e irricevibile, fuorviante dal termine stesso di incentivo”. L’incontro di ieri mattina ha, dunque, fatto sfumare ogni possibilità di accordo tra le rappresentanze sindacali e la società. “Resta l’amaro in bocca. Non solo per coloro che saranno licenziati, ma anche per tutti i lavoratori di categoria protetta che non vedranno riconosciuta la loro posizione”, dichiara il rappresentante RSU Paolo Carelli.

Resta ancora aperta, infatti, la partita per le categorie protette: come alternativa al licenziamento la società ha proposto infatti il reinserimento di alcuni lavoratori affetti da disabilità in mansioni non di loro competenza o per le quali sarebbero fortemente impossibilitati a svolgerle. La Fiom ha già dato la propria disponibilità ad impugnare ogni lettera di licenziamento. Al momento, i 24 metalmeccanici - alcuni dei quali in presidio sotto la sede di Regione Lombardia durante le trattative - sperano che venga fatta giustizia in un’aula di tribunale. “L’azienda - commentano dal sindacato – non ha mostrato alcuna volontà di individuare un accorso sindacale. Nessuna responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e del territorio lodigiano”. Il caso Flexotecnica approderà presto nelle aule parlamentari. Mercoledì 9 aprile sarà infatti presentata in Commissione Lavoro alla Camera un’interrogazione, sottoscritta dai deputati del Partito Democratico Lorenzo Guerini e Arturo Scotto, i quali chiederanno al ministro Calderone di attuare delle iniziative tempestive per la sospensione delle procedure di licenziamento.