Lodi – Un saldo positivo, nel primo semestre, tra avviamenti e cessazioni, con una netta prevalenza dei contratti a tempo determinato, ma soprattutto una crescita prorompente dei contratti di somministrazione, la cui incidenza complessiva sul totale è ancora relativamente contenuta (circa il 15%), ma con tassi di incremento molto elevati (più 40% per gli uomini, addirittura più 70% per le donne). È il bilancio del primo rapporto dell’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro della provincia di Lodi. “L’Osservatorio – spiega Massimo Pagani, consigliere delegato della Provincia alle politiche del lavoro – è stato istituito come strumento per costruire una base informativa a sostegno del monitoraggio delle dinamiche occupazionali, fornendo una visione completa del contesto territoriale, utile in chiave di analisi continua, grazie al raffronto tra diverse annualità, che permetterà di approfondire la lettura del mercato del lavoro locale, non solo dentro un orizzonte di congiuntura, ma a livello di tendenze di più lungo periodo”.
Un lavoro che mancava da tempo: “Questa iniziativa colma una lacuna informativa, che durava da quasi 20 anni, garantendo un controllo costante e preciso sulle evoluzioni del mondo del lavoro, a disposizione di tutti gli attori territoriali: istituzioni, rete dei servizi pubblici e privati per il lavoro e la formazione professionale, rappresentanti del sistema economico e produttivo, organizzazioni sindacali, ma anche singole imprese e cittadini”.
Nel primo semestre del 2024, i contratti a tempo determinato crescono nella fascia 45-64 (+12,01%), mentre quelli a tempo indeterminato mostrano aumenti più contenuti. L’aumento degli avviamenti (+11,35%) è trainato dalla somministrazione, con forme contrattuali meno stabili, soprattutto nelle fasce adulte: l’incremento supera il 47% per gli uomini e il 70% per le donne, che stanno entrando in misura sempre più crescente in questo segmento del mercato del lavoro, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e qualità dell’occupazione. Per quanto riguarda le cessazioni, il primo semestre del 2024 ha visto un aumento marcato per i contratti a tempo determinato e somministrati, con le variazioni più elevate riscontrate tra i giovani e i lavoratori più anziani. Al contrario, sono diminuite le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato.