Ha solo detto di non essere stato lui ad uccidere il commercialista 75enne Antonio Novati, trovato cadavere giovedì pomeriggio trafitto da una decina di coltellate in località cascina Scappadina a Massalengo, ed anzi che il delitto è stato commesso da un'altra persona, uno straniero.
L’interrogatorio
Si è svolto, davanti al Gip del Tribunale di Lodi, Giuseppe Pighi, l'interrogatorio di garanzia di Francesco Vailati, il 60enne agricoltore fermato venerdì sera dai carabinieri e fortemente indiziato del reato di omicidio volontario del commercialista: l'accusato si è sostanzialmente avvalso della facoltà di non rispondere.
Il movente ipotizzato
L'omicidio sarebbe maturato, dopo che il professionista di Melegnano, secondo l'accusa, avrebbe informato il 60enne che l’abitazione all'interno della cascina Passerina a Lodi dove abita con la sua compagna doveva essere liberato in breve tempo dopo che la vendita all'asta, dovuta a una situazione patrimoniale compromessa, era andata a buon fine.
L’aggressione
Probabilmente, in mezzo all'aia della cascina, ne sarebbe nata una discussione e quindi, secondo l'accusa, Vailati avrebbe sferrato undici fendenti all'altezza dell'addome del 75enne, come confermato dall’autopsia. Il corpo esanime poi sarebbe stato caricato sulla vettura di proprietà della moglie del commercialista ed abbandonato una manciata di chilometri dopo in mezzo alla campagna in località Tripoli a Massalengo.
I punti oscuri
Resta però ancora da trovare l'arma del delitto, presumibilmente un coltello (ieri mattina si è svolta l'autopsia sul corpo presso l'istituto di medicina legale di Pavia), mentre sono scomparsi anche il cellulare e i documenti del 75enne: l'autore dell'omicidio ha fatto in tempo a disfarsene.
L’avvocato
"Sostanzialmente Vailati ha confermato la versione dei fatti già messa nero su bianco durante l'interrogatorio dopo il fermo di venerdì”, ha sottolineato l'avvocato Chiara Belandi, dello studio dell'avvocato Alberto Scapaticci di Brescia, che assiste il 60enne. Per il legale “non c'è ombra di premeditazione”.
Chi è
Vailati, incensurato, è descritto come un tipo assolutamente non violento che si occupava della propria compagna e con problemi di salute. Laureato in economia e commercio, si era poi dedicato al mondo dei campi. Già all'interrogatorio di venerdì era calmo, tranquillo e non ha in alcun modo giustificato la propria condotta, nell'ipotesi che sia lui il colpevole.