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Spostamenti tra Comuni a Natale: la Lombardia vuole la deroga

Sindaci sulle barricate contro il divieto di spostamento nei giorni di festa. E c'è chi ha deciso di chiudere il ristorante per Natale

Gli spostamenti nel Natale al tempo del Covid

Gli spostamenti nel Natale al tempo del Covid

Milano, 9 dicembre 2020 - Il primo obiettivo è stato raggiunto con due giorni di anticipo rispetto alla data prevista. Arriva oggi la tanto attesa notizia: la Lombardia è stata promossa in zona gialla. A dare l'annuncio sui social il governatore lombardo Attilio Fontana: "ll ministro Speranza mi ha informato che venerdì firmerà l'ordinanza, sabato sarà pubblicata e domenica entrerà in vigore". Resta da vincere l'altra battaglia, quella sugli spostamenti nei giorni clou delle feste, cioè 25, 26 dicembre e 1 gennaio, quando sarà vietato uscire dal proprio comune. A gelare le speranze dei lombardi e stoppare il pressing di governatori e sindaci dei piccoli comuni, ci ha pensato l'ala ''rigorista'' dell'esecutivo, che ha fatto barriera sull'eventuale modifica al divieto di spostamento tra Comuni previsto dal Dpcm Natale. Per consentire questa eventualità - si fa notare - occorrerebbe modificare il decreto o presentarne un altro e non ci sono neanche i tempi tecnici per farlo. A mettere una pietra tombale sulla questione ed evitare facili illusioni è lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza che avverte: le misure restano queste e non cambieranno. Con buona pace dei lombardi e del presidente dell'Unione delle Province, Michele De Pascale, che aveva chiesto "la possibilità di spostamenti tra Comuni all'interno della stessa provincia nelle giornate delle festività. Sarebbe una soluzione di buon senso, una mediazione tra sicurezza e umanità". Perché di fatto, rimarcano all'unisono i sindaci dei piccoli centri abitati: "Se si mette il limite al comune e si vive a Milano è un conto, ma se si vive in un comune con 600 abitanti è un altro". Ma il governo, almeno finora, sembra non voler concedere deroghe. Dunque ai lombardi non resta che attendere la promozione in zona gialla e godersi quella "finestra di libertà" che verrebbe concessa prima del 21 dicembre, data in cui entreranno in vigore le nuove e più stringenti disposizioni anti Covid per le festività. Da allora sarà necessario ricordare sia le disposizioni per la zona gialla (Dpcm 3 novembre) sia quelle del nuovo decreto (Dpcm 3 dicembre) che disciplina anche l'apertura dei negozi nelle festività, la gestione di spostamenti e pranzi di Natale in famiglia o al ristorante.

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​No al divieto di spostamento: la crociata dei piccoli Comuni

E' una vera e propria crociata anti Dpcm quella che si sta consumando in Lombarda (e non solo) contro l'odioso divieto di spostamento tra Comuni il 25, 26 dicembre e 1 gennaio. Una norma che, oltre agli affetti familiari rischia di creare disparità tra le attività economiche presenti nei piccoli paesi, come i ristoranti, ai quali non rimarrà che chiudere nei giorni di festa, a meno di non apparecchiare esclusivamente per i residenti. "Nel decreto legge, la norma sui limiti nelle feste natalizie è da rivedere almeno per i piccoli e i medi Comuni – spiega Mauro Guerra, primo cittadino di Tremezzina e presidente di Anci Lombardia - Una cosa è non poter uscire dal Comune di Milano o di Roma, tutt’altra cosa è non potersi spostare tra Comuni di qualche centinaia o migliaia di abitanti". 

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Ristorante a metà tra due Comuni: "A Natale non apriremo"

E c'è chi ha già deciso di non apparecchiare i tavoli del ristorante per Natale. Accade, per lo più, nelle località isolate o con particolari posizioni geografiche, come per esempio al ristorante pizzeria Al Torenno, che si trova a  Mura, lungo una strada Provinciale al confine tra diversi paesi. Se prima la posizione era ideale perché tanti pendolari e turisti transitavano di lì, col nuovo Dpcm e il divieto di spostarsi tra paesi i titolari hanno deciso di non aprire nemmeno nei giorni consentiti, stante il divieto di spostarsi di paese in paese. Oltre tutto la frazione in cui si trova il Pub con cucina Torenno si raggiunge solo dalla provinciale che però attraversa i comuni di Casto e Vestone. Risultato: non ci potranno andare né i residenti di Mura né quelli dei comuni vicini. "Tanto vale stare chiusi - dicono i titolari - anche se in teoria dovrebbero essere i giorni in cui si può prevedere un po' di afflusso". Il ristorante è grande. In epoca pre-covid aveva 180 posti e per garantire il distanziamento li ha ridotti di oltre la metà. 

Montagne imbiancate ma piste da sci chiuse fino all'Epifania

E poi c'è la beffa delle montagne imbiancate nel ponte dell'Immacolata, ma con le piste da sci costrette alla chiusura. Uno schiaffo per le 44 società che gestiscono i 22 comprensori della regione, costretti a guardare le piste  innevate ma deserte e a registrare solo disagi: centri isolati in montagna, strade chiuse, linee elettriche interrotte e pericolo di valanghe elevato. Le misure anti-Covid 19 hanno impedito l’avvio della stagione sciistica come tradizionalmente avviene nel primo weekend di dicembre. Funivie e seggiovie resteranno chiuse almeno fino all’Epifania nei 40 Comuni dello sci in Lombardia, dove le società impiegano 1.200 dipendenti e fatturano circa 100 milioni (più della metà nel periodo natalizio). Fermi anche gli oltre 2mila maestri di sci delle 68 scuole presenti nella regione.

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