REDAZIONE CRONACA

Zona arancione in Lombardia: l'ultima parola alla cabina di regia

Braccio di ferro Governo-Regione. L'allentamento delle misure anticontagio potrebbe arrivare prima del 3 dicembre, forse già lunedì

Lombardia ancora in zona rossa

Milano, 27 novembre 2020 - L'ultima parola sull'allentamento delle misure anti contagio dovrebbe arrivare in serata, anche se, dopo la doccia fredda del governo, che ieri sera ha disatteso le speranze dei lombardi, ormai è chiaro che il passaggio in zona arancione non avverrà oggi (a meno di clamorosi colpi di scena). Ma non è neanche detto che si debba aspettare fino al 3 dicembre per il cambio di colore.  "Grazie ai sacrifici dei lombardi, apprezzati i dati epidemiologici, ora siamo in zona arancione e potremo riaprire gli esercizi commerciali. A breve la decisione del Governo", ha scritto nel primo pomeriggio su Twitter il governatore Fontana. 

Confronto con Speranza

Già ieri sera le posizioni iniziali del ministro Speranza si sono stemperate in una telefonata al governatore lombardo: "A Fontana ho solo detto che sarebbe saggio prendersi tre o quattro giorni in più, ma se vuole uscire può farlo". Dal canto suo Fontana, forte dei dati in costante calo negli ultimi giorni (ieri 5.697 nuovi casi in regione e ricoveri in diminuzione sia nelle terapie intensive: -8, che negli altri reparti -118), sottolinea che "restare in zona rossa significa non fotografare la realtà dei fatti e non considerare i grandi sacrifici dei lombardi". Ma il braccio di ferro, consumato ieri durante il summit tra Governo e Regioni per definire le misure del nuovo Dpcm Natale che entrerà in vigore il 4 dicembre e che potrebbe cambiare le festività natalizie.

Indice Rt a 1,17

Intanto, secondo la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, nel periodo 4-17 novembre l'indice di trasmissibilità Rt calcolato sui casi sintomatici in Lombardia è pari all'1,17. La media nazionale è dell'1,08, con medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle regioni. 

Nuovo Dpcm: coprifuoco anche a Natale

Dicembre in due step: non è chiaro se ci sarà un primo Dpcm, in vigore dal 4 dicembre, e un ulteriore provvedimento ad hoc per le feste. Il principale nodo da sciogliere restano le vacanze di Natale, anche se sembrano già delinearsi due novità. La prima riguarda gli impianti sciistici, che non riapiranno durante le feste. Una nota dolente per la Lombardia che vedrebbe sfumare 700 milioni dei circa 10 miliardi di fatturato generato a livello nazionale dal turismo invernale legato alla neve - secondo le stime diffuse da Confindustria e Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari). L'altra novità riguarda il coprifuoco, che dovrebbe restare in vigore anche la vigilia di Natale, con buona pace della messa di mezzanotte. "Sarà un Natale diverso, sacrifici ancora necessari per non esporci a una terza ondata in gennaio con un alto numero di decessi", ha detto ieri sera  il premier Conte. Poche ore prima il ministro Speranza aveva avanzato l'ipotesi di anticipare alle 22 la messa della vigilia di Natale.

Festività: i nodi da sciogliere

Governo alle prese con il rebus spostamenti tra regioni per i ricongiungimen ti familiari in occasione delle feste.  Una possibilità al vaglio è quella di vietare gli spostamenti anche fra le regioni che dovrebbero rientrare nella zona gialla, ad eccezione di quelli tra parenti strettissimi: coniugi, genitori e figli, partner conviventi. Magari concedendo la possibilità a coloro che fanno parte della strettissima cerchia familiare, come i nonni non conviventi. Saranno vietati feste e cenoni in luoghi pubblici e privati. Per quanto riguarda i ritrovi familiari, si parlerà solo di raccomandazioni: quindi l'inivito è quello di limitare i cenoni alla stretta cerchia familiare non superando il numero di 6 persone a tavola. Ma le idee sono ancora in fase di valutazione. Per quanto riguarda invece lo shopping natalizio, al vaglio l'ipotesi di di allungare l'orario di apertura dei negozi fino alle 22 in modo da evitare folla e assembramenti e di concedere l'apertura dei centro commerciali nei weekend. 

Sala: Lombardia rossa? Non mi opporrò

"La Lombardia resta in zona rossa o diventa arancione? Purché non diventi una trattativa tra Governo e Regione". Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando del fatto che la Lombardia potrebbe diventare zona arancione. "Se fanno fede i 21 (!) parametri e l'RT, allora si passi all'arancione. Se invece le strutture politiche che sono chiamate a decidere ritengono che, nel loro legittimo giudizio, sia meglio aspettare, io non mi opporrò di certo", ha concluso.

Confesercenti e Unione Artigiani: "Zona arancione è segno di speranza"

Speranze per la zona arancione da Confesercenti e dal'Unione Artigiani. "A meno di un mese dal Natale, non possiamo che augurarci che le attività commerciali di ogni merceologia, in sede fissa e su area pubblica, possano quanto prima tornare a rivedere la loro clientela", ha detto il presidente regionale Gianni Rebecchi. Sarebbe, questo, "un importante segno di speranza per imprenditori colpiti come pochi altri dalla pandemia, e per cui rialzare la serranda è anche un'esigenza psicologica", ha aggiunto Rebecchi, convinto ad ogni modo che "le forti restrizioni comunque in vigore - a partire da quelle sugli spostamenti - non consentiranno certo una rapida ripresa per attività". Confidando che quanto prima si abbia conferma dell'agognato "cambio di colore", il presidente delle Confesercenti Lombarde richiama il ruolo delle istituzioni per scongiurare un'ondata di chiusure che renderebbe ancora più devastanti gli effetti del Covid-19: "Ognuno deve fare la propria parte: lo Stato centrale erogando quanto prima risorse per garantire nuovi e tempestivi ristori alle attività in evidente crisi di liquidità; Regione e Comuni per favorire l'applicazione delle norme del Dpcm senza introdurre restrizioni locali aggiuntive che aggraverebbero la crisi, peraltro interferendo col sistema di ristori nazionali che anche Confesercenti sta contribuendo a perfezionare". Il segretario generale dell'Unione Artigiani di Milano, Marco Accornero ha chiesto  che vengano presi in considerazione "gli indicatori previsti e che con urgenza la Lombardia venga ricompresa fra le zone arancioni, riconoscendo i grandi sacrifici sociali ed economici sino ad ora sopportati e dando la possibilità quanto prima a tutte le imprese di riavviare nuovamente le attività a meno di un mese dal Natale". 

La mappa delle zone

Lombardia e Piemonte hanno visto sfumare la promozione in zona arancione che, dati alla mano, sarebbe potuta avvenire oggi con il via libera del governo. Ma il ministro della Salute Speranza ha scelto la via della cautela facendo infuriare il governatore lombardo Attilio Fontana: "Nel Dpcm sono presenti automatismi secondo i quali la Lombardia è da due settimane pienamente nei parametri previsti per il passaggio in zona arancione. Ho fatto presente al Governo che, così come si applicano automatismi in senso negativo, gli stessi devono essere attuati quando la situazione migliora". 

Rossa (rischio alto): Abruzzo, Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Valle d'Aosta

Arancione (rischio sostenuto): Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Umbria.

Gialla (rischio moderato): Lazio, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto.