ANDREA SPINELLI
Magazine

Clara, sale la “Febbre“ di Sanremo 2025: “Non vedo l’ora, sono più sicura. Io e il Volo, i quattro dell’Ave Maria”

Prosegue il suo cammino al Festival dopo l’exploit di “Diamanti grezzi”: Vengo da un anno di sentimenti positivi, di esperienze esaltanti che m’hanno cresciuta tanto sotto il profilo personale che sotto quello artistico”

Clara Soccini, la cantautrice varesina cresciuta a Travedona Monate

Clara Soccini, la cantautrice varesina cresciuta a Travedona Monate

Milano – “Le prime prove all’Ariston m’hanno lasciato la sensazione di stare su un palco nuovo” spiega Clara (Soccini) a proposito del suo ritorno in Riviera con “Febbre”, il brano con cui prosegue il suo cammino al Festival dopo l’exploit di “Diamanti grezzi”. “Rispetto allo scorso febbraio, infatti, ho una consapevolezza maggiore di quel che porto sulla scena e di come gestire la voce”. Oltre alla sua firma, il brano della cantautrice varesina cresciuta a Travedona Monate e ora trapiantata a Milano porta quelle di Federica Abbate, Jacopo Ettorre e Dario Fanini (o Dardust che dir si voglia). “C’è pure quella di Francesca Calearo (Madame), con cui però non ho lavorato, perché il pezzo nasce da un abbozzo suo della Abbate anteriore alla nostra collaborazione. Peccato, perché a me Madame piace moltissimo e spero di farci presto qualcosa assieme”.

“Febbre” di cosa?

“Di me stessa. Vengo da un anno di sentimenti positivi, di esperienze esaltanti che m’hanno cresciuta tanto sotto il profilo personale che sotto quello artistico, nonostante rimanga un’eterna indecisa. La prima strofa della canzone, ad esempio, non so più quante volte l’ho cambiata”.

Come si trova ad affrontare questa seconda esperienza festivaliera?

“Il primo impatto con l’Ariston è stato buono e il palco m’è parso molto più grande di quello del 2024 (scenografia futuristica che vagheggia le linee di un organo tecnologico ideata da Riccardo Bocchini svelata proprio ieri - ndr.). Sono molto convinta pure della canzone che porto in cui ho avuto la fortuna di lavorare con autori e produttori con cui sognavo di collaborare da sempre e coi quali s’è stabilita un’empatia immediata. Lo scorso anno non sapevo cosa mi aspettasse, mentre oggi lavoro con molta più tranquillità perché posso contare su un bellissimo team con cui ho un rapporto di armonia totale”.

Cosa c’è da aspettarsi da questo suo Festival?

“Ho intenzione di accompagnare la mia partecipazione con l’apertura a Sanremo di una Farmacia dell’Amore in cui prendersi cura di sé stessi dialogando con un terapeuta. Solo una prova, poi ognuno potrà approfondire come crede. Non penso, infatti, che si debba toccare il fondo per aprirsi con un professionista e volersi bene. La Farmacia darà anche la possibilità di fare dei giochi volti ad una miglior conoscenza personale, di seguire in diretta il Festival sullo schermo, di assistere alla realizzazione di un podcast live sull’educazione sessuale con ospiti del mestiere in collaborazione con il brand di sex-toys MySecretCase. Si parlerà di affettività e di benessere sessuale, due cose che mi stanno molto a cuore”.

La sera del venerdì ospiterà Il Volo.

“Tutto è nato in estate all’Arena di Verona, quando ho duettato ‘Say something’ degli A Great Big World con Gianluca (Ginoble - ndr). È stato un bellissimo momento, così, lo scorso dicembre, riflettendo sulla serata delle cover, mi è venuta l’idea di tornare a far incontrare i nostri mondi. Io e il Volo: i Quattro dell’Ave Maria”.

Canterete un super classico di Simon & Garfunkel quale “The sound of silence” che Il Volo già esegue nei suoi concerti.

“Già, un pezzo anni Sessanta, che raccontava come la tv lobotomizzasse i telespettatori; argomento che nell’era dei social è forse anche più attuale più d’allora. La versione di quell’evergreen che proporremo all’Ariston è piuttosto dinamica, più vicina quindi a quella offerta dal Volo in tour che all’originale”.