La vertigine? Non è un disturbo o un handicap. Anzi, è una piacevolissima abitudine. E ne sa qualcosa Ca’ del Bosco, brand iconico e superbo della Franciacorta, ancora una volta star assoluta della viticoltura lombarda, stando almeno alle valutazioni di una guida autorevole e di riferimento come la ‘Veronelli 2025’ presentata a Bergamo e subito diventata il nuovo hub editoriale dove intercettare il meglio della produzione enoica. A livello nazionale. E in modo più particolare tra Garda e Ticino.
Dove, va detto, il numero delle cantine che riescono ad aggiudicarsi le ambitissime ‘Tre Stelle Oro’ sono solo 7 contro le 11 della passata edizione. E tra queste, a prendersi la scena è appunto la società avviata 43 anni fa da Maurizio Zanella quando era ancora giovanissimo, peraltro incoraggiato proprio dal suo amico fraterno Luigi Veronelli. Per la cronaca Ca’ del Bosco si aggiudica le ‘3 stelle oro’ in ben 4 suoi vini d’eccellenza, il Dosage Zéro Riserva Annamaria Clementi 2015, il Millesimato Vintage Collection Noir 2015, il Brut Riserva Annamaria Clementi 2015 e il Maurizio Zanella Rosso Sebino 2026.
Irrompe nella prestigiosa lista Bellavista (con l’Extra Brut Pas Operé 2018) e Uberti (con il Millesimato Comari del Salem 2017). E finisce sotto i riflettori anche Villa Franciacorta, l’azienda di Roberta Bianchi celebrata per il pregevole recupero di un vecchio borgo di Monticelli Brusati e per alcuni suoi vini di pregio. Uno su tutti, il Rosé Brut Millesimato Bokè 2020, pinot nero in purezza salutato dalla guida 2025 come “sontuoso, elegante e al tempo stesso fresco e accattivante”. Buona affermazione (sempre con le “Tre Stelle Oro”) anche dei vini valtellinesi, grazie agli Sforzati ‘Il Monastero’ e ‘San Domenico’ della cantina Triacca e al ‘Vino Sbagliato 2022’ dell’azienda Dirupi. Da ultimo, nuovamente osannata la cantina ‘Torre San Quirico’ di Azzate, nel Varesotto, che quest’anno si merita i riflettori per il suo SommoClivo 2016.
Da registrare, nella nuova Veronelli, anche i ‘Grandi Esordi’, vini “di sorprendente qualità alla prima recensione”. Ed ecco quellilombardi: il Franciacorta Brut Stellato Cabochon della Monte Rossa e il Millesimato RNA Riserva Nobile Alessandro Bianchi 15 Anni sempre di Villa Franciacorta. Mentre la Lombardia non riesce a piazzare eccellenze tra quelle meritevoli del Premio Speciale Sole (per la precisione sono 10, per lo più localizzabili tra Nord/Est e Sud della penisola) o della voce ‘Migliori Assaggi’.
Infine, di grande interesse i giudizi a firma di Andrea Alpi sulla viticoltura lombarda nel suo complesso: complimenti espliciti per i forti investimenti nel biologico e nelle iniziative per ottimizzare l’irrigazione e ridurre gli sprechi; elogi per i rossi “che negli ultimi 3-4 anni hanno mostrato una grande struttura e complessità aromatica (annata 2020) e “buona intensità e concentrazione” (2021). E apprezzamenti per l’Oltrepò Pavese, terra elettiva del pinot nero (sia per vini fermi che per spumanti) risultato agli assaggi con un profilo “maturo e rotondo” e con un buon equilibrio tra acidità e struttura. Per la cronaca, a brillare sono in particolare le cantine Conte Vistarino e Monsupello.