ANDREA SPINELLI
Magazine

Kiss me Licia (e un po’ kitsch me Licia) senza Cristina D’Avena: stravaganza e pop anni 80 tra Spandau Ballet, Europe e Samantha Fox

Milano, il musical all’EcoTeatro di via Fezzan scritto, diretto e prodotto da Thomas Centaro: “Ci sono le canzoni originali dei Bee Hive. Non ci siamo ispirati al telefilm, ma al cartone animato e soprattutto al manga di Tada”

I protagonisti del musical "Kiss me Licia"

I protagonisti del musical "Kiss me Licia"

Milano – E’ un bisogno di sognare figlio dei tempi (e dell’età) a creare i presupposti per la trasposizione teatrale di “Kiss me Licia - Il musical”, in scena a Milano all’EcoTeatro di via Fezzan. Scritta, diretta e prodotta da Thomas Centaro, la favola moderna attinta dal manga di Kaoru Tada torna a ospitare il doppiatore Pietro Ubaldi quale voce dal vivo del gatto Giuliano. “Per trasmettere al pubblico un messaggio positivo di cui si sente tanto bisogno di questi tempi in un mix di immaginifico, stravaganza e pop, vista anche l’ambientazione anni Ottanta”, racconta lo stesso Centaro. “Un insieme di fattori che consente di amplificare la nostra immaginazione e riportarci un po’ bambini”.

Come le accade spesso, ha lavorato a “Kiss me Licia” col resto della famiglia, vale a dire, i suoi fratelli Andrea, direzione artistica, ed Elena, compositrice e arrangiatrice delle musiche.

“Siamo un trio ‘malefico’, nel senso che ciascuno di noi ha un suo superpotere. Io ho la scrittura, mia sorella la musica e mio fratello le arti grafiche e la comunicazione. Il titolo l’abbiamo scelto assieme dieci anni fa, portandolo poi in scena con tale successo che il pubblico per nove anni non ha fatto altro che chiedercelo. Nel frattempo, ho realizzato altri musical e spettacoli”.

Perché, alla fine, vi siete decisi a riportarlo in scena?

“È stato il quarantennale dello sbarco in Italia di ‘Kiss me Licia’ a convincerci, spingendoci verso questa nuova edizione”.

Nella colonna sonora niente Cristina D’Avena, ma tanta musica di Spandau Ballet, Europe, A-Ha, Cyndi Lauper, Samantha Fox, Billy Joel, Blondie, Culture Club, Nikka Costa, Spagna e altri ancora, oltre all’inedito “Per sognare” firmato da sua sorella.

“Già, tanta musica pop per aiutare il pubblico a catapultarsi indietro nel tempo. Come time-limit ci siamo dati il 1986, che è l’anno in cui si svolge la vicenda. E di quel che era in cartone animato rimangono le canzoni originali dei Bee Hive, la band protagonista di questa storia e che, per quanto virtuale, è esistita eccome viste le vendite discografiche registrate al tempo”.

E Cristina?

“L’amiamo tutti, perché se oggi siamo qui si deve anche al gran lavoro che ha fatto lei negli anni Ottanta. Licia rimarrà per sempre lei. Noi abbiamo un cast diverso, perché non ci siamo ispirati al telefilm, ma al cartone animato e soprattutto al manga di Tada”.

Il pubblico?

“Sono gli ex bambini degli anni Ottanta, quindi un target tra i 35 e i 45 anni. È sorprendente constatare quanto la gente abbia voglia di tornare indietro nella memoria, nel tempo, nei ricordi e farli rivivere sul palco è sicuramente una dimensione diversa da quella di cartoni e serie tv, vederci un contesto molto colorato e un po’ grossolano come quello aiuta la fantasia a scatenarsi”.

Kitsch me Licia…

“Il manga come opera originale nacque per adolescenti, il cartone animato fu riadattato per portarlo ai bambini, ma in patria, ovvero in Giappone, non funzionò. Per questo spettacolo, però, ho puntato su una narrazione a più livelli”.

Perché in Giappone non funzionò?

“In Europa contò il fattore generazionale e anche la scelta fatta da Silvio Berlusconi di mandarlo in onda alle 20, in concomitanza col Tg1, creando un dualismo e un’offerta alternativa. All’ora di cena i bimbi lo guardavano tutti costringendo a farlo pure i genitori”.