Milano, 31 marzo 2025 – “Un refugium peccatorum dove possiamo trovarci per ascoltare e raccontare storie sorprendenti, fare domande e supportarci. Rigorosamente senza filtri”. È questo il Live Podcast ‘Disagio Club’ appena lanciato su YouTube da Margherita Zanatta, speaker radiofonica, presentatrice, attrice e indimenticabile protagonista di un’edizione del Grande Fratello.

“Non dobbiamo avere paura di mostrarci per quello che siamo tra problemi e insicurezze. Basta guardare quello che non abbiamo e ricordarci di quello che abbiamo ottenuto. Stop alle vite perfette e patinate, è la nostra imperfezione che ci rende unici. Perché tutti viviamo momenti più o meno complicati, ma è il modo in cui li affrontiamo che fa la differenza”. E lei lo sa bene, perché dopo un ‘burn out’ durato mesi, è fiorita una nuova Margherita. Doveva solo credere più in se stessa. “Perché se non ci diamo un valore noi per primi, non ce lo darà mai nessuno”.

Prima del podcast nasce il Disagio Club
“È nato per scherzo all'inizio del 2023. Dopo avere deciso di tagliare i capelli, un parrucchiere me li ha bruciati e mi sono ritrovata con una testa inguardabile. Sembravo Semola della Spada nella Roccia. So che i veri problemi sono altri, ma ho vissuto questa cosa come un grande disagio”.
E ne ha parlato sui social
“Dopo un primo momento di sconforto, ho pensato che prima o poi i capelli sarebbero ricresciuti e che avrei fatto meglio a scherzarci su. Così, ho condiviso quanto mi era accaduto con i miei follower".
Reazioni?
“È stato un boom di messaggi. Qualcuno ha goduto nel vedermi così, ma numerose persone mi hanno raccontato di aver vissuto esperienze simili, mi hanno dato consigli e mi hanno amorevolmente presa in giro”.
Un successo...
“Devo aver toccato un tasto dolente per tante donne e, probabilmente, è piaciuto il mio modo di affrontare l'argomento. I problemi nella vita sono sempre dietro l'angolo e non possiamo farci nulla se non imparare a gestirli. Se lo facciamo con il sorriso, quando si può, diventa tutto più facile”.
A quel punto si è creata una community
“Il Disagio Club. Perché dai capelli bruciati sono passata a raccontare altre difficoltà che mi capitavano durante la giornata e così hanno fatto i miei follower. E in modo naturale si è creato un gruppo nel quale ci raccontiamo e ci consigliamo. Ma, soprattutto, ci sentiamo meno soli".
Un Club che è cresciuto sempre di più
“Sì, perché...chi non vive un disagio? E da questo Club virtuale è nato un live podcast su YouTube. Abbiamo debuttato un paio di settimane fa”.

Di cosa tratta?
“Difficile trovare una definizione. Raccontiamo storie vere. Disagi che le persone si trovano ad affrontare e che, forse, poi così disagi non sono. Ma è la società che li fa vedere in questo modo. Argomenti seri ma provando a prenderli con un po’ di leggerezza. Siamo continuamente alla ricerca di contenuti quindi scriveteci a info@disagioclub.com”.
Un esempio?
“Nella prima puntata ho avuto ospite Erica, una donna senza un compagno, che è ricorsa alla fecondazione assistita per avere un figlio. Nella seconda Nadia Grace, una medium: da quando ho perso una delle mie più care amiche mi sono chiesta tante volte se mai riuscirò a mettermi in contatto con lei”.
Come sono andate le puntate?
“Le diretta non sono state seguitissime, ma siamo ancora all’inizio. Molto meglio la post produzione, i video ‘Best of’ hanno ottenuto diverse visualizzazioni e commenti. In tante mi hanno ringraziata per aver affrontato argomenti così delicati e importanti”.
La scelta della diretta?
“Perché è tutto più vero, spontaneo, ricco di emozioni. Io sono una di pancia anche nella vita di tutti i giorni. E lo potete vedere anche sui social”.
Senza filtri
“Siamo tutte insicure e piene di complessi, ma dobbiamo imparare ad accettarci e a vedere la bellezza in quello che abbiamo, non in quello che ci manca”.
Non è sempre facile...
“Ho iniziato a volermi bene dopo i 40 anni, prima non mi sentivo mai abbastanza e facevo i salti mortali per provare a sentirmi accettata e apprezzata. Volevo esserci sempre per tutto e tutti tra lavoro e amicizie, ma a un certo punto non c’ero più per me stessa”.

E cos’è successo?
“Sono esplosa, perché non sono più riuscita a reggere quei ritmi frenetici dove anche un po’ di tempo libero era diventato un senso di colpa. Sono stati mesi di 'burn out', dove intorno a me vedevo solo buio. Mi sentivo una fallita perché mi focalizzavo sulle cose che non ero riuscita ad ottenere senza vedere quelle che avevo conquistato. La peggiore amica di me stessa”.
Come ne è venuta fuori?
“Il primo piccolo passo è stato raccontare ai miei follower che stavo vivendo un momento complicato. Dopo giorni di silenzio social e di lacrime, ho preso in mano il telefonino e mi sono mostrata per quello che ero: fragile e in difficoltà”.
Secondo step?
“Il distacco dal telefonino: via le spunte blu, le notifiche e qualsiasi cosa potesse darmi lo stress di dove rispondere o essere reperibile. Avevo bisogno di tempo per me stessa, dovevo imparare a guardarmi dentro e ad ascoltarmi. Dovevo capire cosa non stava andando della mia vita”.
E c’è riuscita…
“Dipendevo troppo, oltre che dal cellulare, da quello che pensavano gli altri e ho capito che non dobbiamo piacere per forza a tutti. E poi, che è importante provare a trovare sempre il lato bello delle cose”.
Soprattutto quando sembra non esserci
“Mi ha aiutato molto il libro ‘Succede sempre qualcosa di meraviglioso’ di Gianluca Gotto. Un storia di rinascita dove la destinazione finale non è conquistare un certo tipo di vita ma uno stato d’animo, indipendentemente da quello che il destino ci ha riservato”.
Ed è tornata dai suoi follower
“Ho ripreso in mano la mia vita, ma in modo completamente diverso. E oggi mi vedo come non mi ero mai vista e sono orgogliosa di ciò che sono. Forse anche per questo ho trovato il coraggio di debuttare con il podcast".

Un progetto impegnativo
“C’è tanta concorrenza e avevo paura di proporre qualcosa che non ha nulla di nuovo. Poi, la mia amica Nicole Dosso ha insistito dicendo che sarebbe stato il mio prodotto e, quindi, per forza diverso dagli altri. Lei ha creduto in me stessa quasi prima di me. E così, mi sono buttata”.
Come avete iniziato?
“Nicole mi ha dato una mano dal punto di vista tecnico e il videomaker Maurizio Drei con le riprese e i montaggi. Insieme abbiamo creato uno studio che potesse richiamare la mia casa e la mia personalità, abbiamo studiato un logo, creato un canale YouTube, uno su Spotify, un sito internet e abbiamo pensato agli ospiti. Ho finanziato tutto io in attesa che arrivi qualche sponsor...”.
Finalmente un ruolo da conduttrice
“Da bambina prendevo il Fisher Price con il microfono e parlavo davanti alle Barbie. Quindi è qualcosa che ho dentro da sempre. Oggi nel mio live podcast decido tutto io, non ci sono autori che scrivono per me e non ho una scaletta da seguire. È un piccolo sogno che si avvera”.
Quando c’è un talento...
“Di sicuro ho il talento di saper ascoltare le persone. Mi piace parlarci e provare a capirle, se loro te lo permettono. In questo caso ancora di più, perché sono alla ricerca di storie vere che lascino a bocca aperta e che possano trasmettere qualcosa a chi le ascolta”.
Le piacerebbe tornare in tv ?
“La radio è il mio mondo, ma sogno di poter condurre un mio programma in tv, rigorosamente con il pubblico in studio. Solo che è un mondo bizzarro e, a volte, poco meritocratico. Negli anni ho scritto e proposto tanti format ma c’era sempre un buon motivo per non accettarli”.
Rifarebbe il Grande Fratello?
“Quest’anno mi è stato chiesto due volte di partecipare, a settembre e a dicembre. Ma non ero in momenti della mia vita in cui sentivo che avrei potuto dare qualcosa al programma. Poi, lavoro a Radio Ticino tutte le mattine e non trovo professionale stoppare tutto all’improvviso per chissà quanti giorni. Ma mai dire mai”.
E tornerebbe a vivere a Milano?
“Ho mollato Milano con il cuore in gola e le lacrime agli occhi. Avevo dato così tanto in quella città… Ma non sono stata ripagata allo stesso modo. Ogni tanto vengo a trovare i miei amici e le mie amiche e mi basta quello”.
La sua casa è Lugano?
“Nella Svizzera italiana mi sono sempre trovata molto bene. Lavoravo qui prima del Grande Fratello e ci sono tornata cinque anni fa. Nella mia Pazzhouse Pazzallo sto benissimo, sento che la mia casa è qui anche se ho pezzi di cuore a Milano e Varese, dove vivono tanti amici e la mia famiglia”.
Qualche progetto in vista?
“Sono in una fase della vita in cui è tutto in evoluzione, le cose cambiano giorno dopo giorno. “Go with the flow” (segui il flusso, ndr) mi ripeto ogni giorno. E vediamo cosa arriverà e dove andrò”.