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Giro d’Italia 2025, in Lombardia tre tappe: tanta pianura, il Mortirolo e una grande assente

La frazione più complicata fra quelle che toccheranno la regione è sicuramente la San Michele all’Adige-Bormio, con la vetta dedicata a Marco Pantani che, però, sarà affrontata dal versante più semplice

Un passaggio del Giro sul Mortirolo

Un passaggio del Giro sul Mortirolo

Milano, 15 gennaio 2025 – Un Giro d’Italia che potrebbe vivere i suoi momenti decisivi lontani dalla Lombardia. Sono tre le le tappe della corsa rosa che toccheranno la nostra regione. La più complicata è sicuramente la San Michele all’Adige-Bormio, in cui si affronteranno il Tonale e il mitico Mortirolo, seppur lontani dall’arrivo.

Le altre due frazioni “lombarde” appaiono assai meno impegnative, sviluppandosi perlopiù in pianura, fatta salva qualche ascesa a movimentare un po’ il percorso.

Una sgambata in Pianura Padana

Il primo ingresso in Lombardia è previsto per giovedì 22 maggio, in occasione della dodicesima tappa del Giro, la Modena-Viadana, di 172 chilometri. Si tratta di una corsa che si svilupperà inizialmente sul fronte appenninico, con tre colli a testare la gamba dei ciclisti in vista degli appuntamenti ben più probanti delle frazioni successive.

Seguirà una picchiata in pianura, con ingresso in provincia di Mantova per gli ultimi chilometri di giornata. Si passerà una prima volta per Viadana, toccando successivamente Sabbioneta e Casalmaggiore, con ritorno e finale ancora a Viadana. L’arrivo sarà in viale Lombardia e, con tutta probabilità, vedrà sfidarsi gli sprinter del gruppo in una volata all’ultimo colpo di pedale.

La vetta dedicata a Pantani

È per metà trentina e per metà lombarda la diciassettesima tappa, San Michele all’Adige-Bormio, di 154 chilometri, in programma mercoledì 28 maggio. Si entra nella nostra regione toccando, dopo un'ascesa lunga ma piuttosto regolare, il passo del Tonale. Da qui in picchiata verso il bivio per Monno, fra le province di Brescia e Sondrio, dove inizierà l'ascesa verso il Mortirolo, la cima dedicata a Marco Pantani che qui scrisse alcune delle sue imprese più belle.

Quest’anno, quindi, la vetta inserita per la prima volta nella corsa rosa all’epoca dell’edizione 1990 verrà affrontato dal versante più semplice. Quello più difficile – con passaggio da Mazzo – sarà percorso in discesa, una lunga picchiata fino a Grosio. Da qui la strada riprenderà a salire, ma con pendenze non trascendentali, fino al colle di terza categoria delle Motte. Si chiude con una “passerella” fino a Bormio.

Per i velocisti rimasti in gara

Il giorno dopo, giovedì 29 maggio, avremo l’unica tappa con un percorso interamente lombardo. Il gruppo si trasferirà da Bormio, in Alta Valtellina, alla parte bassa della provincia. Si partirà, infatti, da Morbegno, per concludere la prova a Cesano Maderno, dopo un percorso di 144 chilometri.

Le difficoltà principali sono concentrati nella tratta iniziale, dopo l’ingresso in provincia di Lecco. Dal lago, con passaggi a Dervio e Bellano, si sale fino al Parlasco, colle di seconda categoria. Successivamente verranno toccati il Colle Basilio e, dopo aver raggiunto Lecco e Galbiate, i corridori saranno attesi dall’ultimo strappo di giornata, l’ascesa al Ravellino. Da qui si torna a pedalare in pianura, con la possibilità di giocarsi la vittoria finale per i velocisti rimasti in gara.

Fra le località toccate – dopo l’ingresso in provincia di Monza – ci sono Lesmo, Seregno e Cesano Maderno, con un circuito finale tutto cittadino.

La grande assente

Tao Geoghegan Hart festeggia il Giro d'Italia 2020 in piazza Duomo (Ansa)
Tao Geoghegan Hart festeggia il Giro d'Italia 2020 in piazza Duomo (Ansa)

Balza all’occhio l’assenza di Milano, a lungo sede della passerella finale della corsa rosa, con una frazione tradizionalmente riservata ai velocisti. L’ultima volta che il Giro si è concluso all’ombra del Duomo risale al 2021. Poi nel 2022 gli organizzatori scelsero Verona. Nel 2025, come da tre anni a questa parte, la sfilata con omaggio al vincitore e ai suoi “scudieri” sul podio si terrà a Roma.

E Milano – con i suoi tanti appassionati di ciclismo – resta ancora a bocca asciutta.