
Il caso era accaduto in un reparto di pneumologia
Mantova, 24 aprile 2020 - Dopo una giovane mamma guarita dal Covid-19 grazie al plasma iperimmune, all'ospedale di Mantova sono gia' 20 le persone che hanno avuto un beneficio dalla trasfusione di quella parte di sangue che contiene anticorpi gia' sviluppati. E hanno superato la malattia. A dirlo all'Agi è il dottor Massimo Franchini, ematologo e primario del centro trasfusioni dell'ospedale Poma. Venti giorni fa, all'inizio della sperimentazione, il dottore ci aveva parlato di 'speranza', invece oggi e' stato fatto "un passo in piu'".
E uno ulteriore potrebbe essere compiuto se tutte le altre strutture della Lombardia che ne hanno fatto richiesta potranno aderire al trial clinico: "Si potrebbe arrivare ad almeno 500 pazienti". Nei 20 giorni di sperimentazione "si sono potute osservare molte cose - spiega Franchini - Prima di tutto il tipo di paziente su cui l'immunoterapia passiva funziona, ovvero colui che ha gia' una sindrome da distress respiratorio di grado medio-severo e ha avuto l'insorgenza della malattia da meno di 10 giorni". In molti casi i soggetti sono gia' aiutati a respirare con il casco C-pap. "Da quello che abbiamo potuto osservare la precocita' dell'intervento sembra decisiva nella terapia col plasma". E il miglioramento avviene con una velocita' sorprendente: "Da poche ore a pochi giorni".
Inoltre, oggi sarebbe possibile fare un passo in piu': usare il plasma come profilassi per le persone più esposte al virus, come i sanitari. In Usa, ad esempio "sara' avviata una sperimentazione su 30 infermieri e medici a cui sara' infuso preventivamente il plasma iperimmune, per aiutare le loro difese nel caso in cui venissero infettati", spiega; e precisa che comunque l'infusione ha "un'efficacia di massimo due o tre settimane; ma potrebbe essere ripetuta". Un'idea da adottare eventualmente se si verificassero nuovi focolai. Il plasma umano, come cura per chi ha gia' preso la malattia, ma anche come prevenzione per i piu' fragili o esposti, ha alcuni vantaggi: e' poco costoso e "non ci sono problemi di reperibilita' della materia; deriva dal sangue umano, debitamente trattato, di persone che sono guarite e che hanno sviluppato gli anticorpi nei confronti del coronavirus".
A Mantova "abbiamo centinaia di donatori e ormai una biologa della nostra equipe e' dedicata ogni giorno a selezionare e smistare tutti i volontari che desiderano donare il proprio sangue". L'appello del dottor Franchini - che assicura che il suo reparto "continuera' a produrre plasma finche' ce ne sara' bisogno" - e' pero' di "fare presto" ad allargare la platea di persone malate da sottoporre alla terapia, anche in vista di una prossima ondata di contagio che si potrebbe verificare in autunno.