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Falò dell'Epifania
Mantova, 5 gennaio 2016 - Poche ore al giorno dell'Epifania e il Mantovano si prepara alla festa seguendo la storica tradizione di bruciare la vecchia.
L'appuntamento che solitamente raccoglie più persone è quello di mercoledì 6 gennaio, alle 18, in piazza Castello a Revere, dove si terrà l'antico rogo fatto di fascine, al "buriel". Durante il "Rogo dla Vecia", non mancherà l'incendio della torre campanaria e un suggestivo spettacolo piro-musicale. A Cavriana, il buriel è organizzato dalla parrocchia e si svolgerà nel piazzale di zona Pieve, dove si trova il centro sportivo. A Castiglione delle Stiviere, invece, alle 18.30, il falò andrà in scena nella frazione di Santa Maria, organizzato da un gruppo di volontari e dalla Trattoria Santa Maria. A Birbesi, frazione di Guidizzolo, si partirà alle 9.30 con la messa, alle 15 la benedizione dei bambini della chiesa, e alle 19 l'accensione del Gran Buriel con panini, chisulì e vin brulè. A Guidizzolo il buriel si accenderà alle 18.30 in via Monaci Olivetani, mentre a Solferino alle 17.30 nel cortile della famiglia Oliosi. Infine, a Pegognaga, alle 17, nel piazzale laterale della parrocchiale dell'Assunta ci sarà il "Falò della Befana" e a Poggio Rusco dalle 16 nel piazzale Savoia di via Borgo il tradizionale "Buriel ad'la Vecia".
La tradizione di salutare la vecchia con un falò rappresenta quella che nel resto d'Italia è nota come Befana; essa è in queste zone comunemente chiamata la ècia in quanto vecchia povera e brutta, entità diabolica e munita di scopa al pari delle streghe, simbolo al tempo stesso dell'anno appena trascorso e dell'oscurità invernale che il cammino del sole, da pochi giorni fattosi più lungo, incomincia a fugare. È il demone delle tenebre, del freddo gelido e della terra isterilita, ben lontana dall'immagine positiva di dispensatrice di doni che le viene data in tanta parte dell'Italia. Nell'Alto Mantovano tale compito è invece affidato a Santa Lucia, divinità solstiziale della luce positiva che, come porta doni ai bambini, così reca agli adulti il prossimo ritorno del sole, la bella stagione e la fertilità dei campi. Per vincere il nefasto imperversare della vecchia si è creata pertanto la tradizione di bruciarne l'effigie nella notte dell'Epifania, ponendola su un grande falò di sterpi e legni vecchi, il burièl, evocatore con le sue fiamme del sole che si vuole ritorni ad illuminare e riscaldare il cielo. Tuttavia questo rito, a seconda dei luoghi e dei paesi, può essere altrimenti frequentemente associato alla festa di S. Antonio Abate o al carnevale.