MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Espulso ingiustamente prima di sposarsi, le nozze saltano e lui chiede i danni: “Voglio un milione”

Mantova, la Cassazione accoglie il ricorso di un 38enne nigeriano: “Ignorati i legami familiari”. La sentenza del giudice di pace, il decreto del questore: dal Cpr al rimpatrio

Matrimonio di Pecco Bagnaia con Domizia Castagnini a Pesaro

Un cittadino nigeriano è stato espulso inguistamente dall’Italia prima di sposarsi con una ragazza italiana a Mantova. Ora chiede i danni (foto generica matrimonio)

MILANO – La prima sezione civile della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso “per mancanza di necessità ed urgenza dell’espulsione” dall’Italia presentato da un cittadino nigeriano di 38 anni, residente Parma, annullando il decreto di convalida del trattenimento del Questore di Mantova. “Nella specie – scrive la Suprema Corte – il provvedimento di convalida è del tutto apodittico e laconico circa la regolarità dell’espulsione del trattenimento, ed ignora del tutto l’allegazione dell’istante, circa l’esistenza di legami familiari”. L’uomo, in base a quanto emerso, stava per sposarsi e ha visto andare in fumo il futuro che stava costruendo.

Chiederemo un milione di euro per danni morali al ministero dell’Interno”, dice ora l’avvocato Claudio Defilippi del foro di Milano, che assiste il 38enne al momento in Nigeria.

L’ordinanza della Corte di Cassazione è stata pubblicata martedì e mette fine a una vicenda iniziata più di un anno e mezzo fa. Il 38enne era stato espulso con sentenza del giudice di pace di Parma, divenuta irrevocabile il 31 marzo 2022; poi il decreto di trattenimento del questore di Mantova, città in cui si era spostato, convalidato il 26 gennaio 2023 dal giudice di pace di Gorizia.

Da qui, l’ingresso al Cpr e poi l’espatrio, che si è concretizzato nei mesi successivi. Dopo l’espulsione l’uomo è stato costretto a tornare in Nigeria, abbandonando la sua compagna italiana con la quale avrebbe dovuto sposarsi. “Il decreto – si legge nell’ordinanza – non ha tenuto conto dei vincoli familiari (in procinto di matrimonio) e manca di motivazione sull’interesse pubblico all’allontanamento dello straniero, nonostante i vincoli familiari”.

Soddisfatto il legale che lo ha difeso: “Per la Cassazione, il trattenimento e l’espulsione del mio cliente – spiega l’avvocato Defilippi – sono illegittimi, perché il giudice di pace avrebbe dovuto tenere conto dei legami familiari. Doveva sposarsi, e sarebbe diventato cittadino italiano, mentre ora ha perso tutto, matrimonio e famiglia sono svaniti. Chiederemo un milione di euro per danni morali al ministero dell’Interno”.

Nel frattempo la Cassazione ha condannato il ministero al pagamento delle spese del giudizio di legittimità, 2.200 euro, e del giudizio di primo grado, che liquida nella somma di 1.700 euro. Il 38enne desidera anche rientrare in Italia al più presto.