REDAZIONE MANTOVA

Dall'infermiera, al meccanico: odiare sui social costa caro a 17 persone

La polizia ha denunciato 17 persone che sui social hanno insultato le forze dell'ordine e le altre istituzioni. Il questore di Mantova: il web non è zona franca

I denunciati in alcuni casi avevano creato falsi profili

Mantova - Insultare sui social le istituzioni, magari nascosti dietro falsi profili, può costare molto caro. Lo sanno bene le 17 persone che in questi giorni si sono trovati alla porta gli agenti di polizia con un invito a seguirlo in Questura. La Postale di Mantova, infatti, con la collaborazione della Digos della Questura, nelle ultime settimane ha rilevato svariati post di odio pubblicati da 17 soggetti, oggi indagati, a commento di notizie riportate sui profili Fb di organi di stampa locali, e riguardanti le disposizioni governative e regionali emanate a contenimento della pandemia da Covid-19. 

Gli investigatori hanno avviato immediatamente un'indagine informatica, finalizzata ad accertare l'identità dei titolari dei profili social dai quali erano state postate espressioni offensive e ingiuriose nei confronti della magistratura, delle forze dell'ordine e di altre istituzioni. Al termine degli accertamenti tecnici è stato possibile risalire - sino a oggi - a 17 individui, molti dei quali residenti a Mantova e in provincia: dall'infermiera di Suzzara al barista 50enne di Quistello, dalla 46enne impiegata di Roncoferraro al meccanico 56enne di Borgo Virgilio, dall'operaia 49enne di Volta Mantovana all'operaio 60enne di Goito, dal meccanico 28enne di Viadana al 49enne operaio di Castelbelforte, e altri ancora, alcuni dei quali con precedenti penali. 

Raccolti tutti gli elementi probatori e dopo averne individuato i luoghi di residenza, gli agenti hanno convocato presso tutti gli indagati. Al termine degli atti di polizia giudiziaria tutti sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica per vilipendio delle istituzioni, mentre uno di questi è stato denunciato anche minacce a pubblico ufficiale. Su disposizione del questore della Provincia di Mantova Paolo Sartori, la divisione anticrimine della Questura sta ora valutando la posizione di ciascuno degli indagati ai fini della applicazione, nei loro confronti, di una misura di prevenzione personale. ''Il grave errore che compiono questi soggetti - precisa il questore di Mantova Sartori - è quello di ritenere che ciò che viene detto e scritto sui social networks non abbia ripercussioni, considerando erroneamente la realtà virtuale come una sorta di 'zona franca', dove è lecito porre in essere qualsiasi tipologia di condotta . Questi spazi virtuali, invece, sono del tutto assimilati al contesto reale per quanto attiene, nello specifico, alle conseguenze di carattere giudiziario che derivano da comportamenti illeciti".