Mantova, autopsia sul corpo di Maria Campai. Il 17enne ha infierito anche quando era morta

Prima l’ha uccisa strangolandola poi ha proseguito con i colpi senza mai usare armi

Mantova, autopsia sul corpo di Maria Campai. Il 17enne ha infierito anche quando era morta

Prima l’ha uccisa strangolandola poi ha proseguito con i colpi senza mai usare armi

Prima l’ha uccisa strangolandola dopo averle cinto il collo con una mossa da wrestling, poi ha infierito sulla donna, già morta, con calci e pugni. Senza mai usare come arma un oggetto o uno dei pesi che impiegava abitualmente per esercitarsi, ma solo la sua forza fisica, resa eccezionale dagli allenamenti e dalla pratica. L’autopsia eseguita all’ospedale “Carlo Poma“ di Mantova dal medico legale Antonello Cirnelli ha rilevato su Maria Campai fratture al viso e alle costole. Agghiaccianti le ipotesi sulle cause delle lesioni. Il diciassettenne in carcere per l’omicidio della donna potrebbe avere sbattuto il corpo ormai inanimato contro qualcosa di liscio, una parete, il pavimento. Potrebbe avere colpito con pugni e calci. Oppure, ancora, potrebbe essere saltato sul corpo con le ginocchia. In ogni caso, un massacro. Nell’udienza di convalida del fermo, lunedì scorso al Tribunale dei minori di Brescia, lo studente di Viadana ha cercato di opporre la sua “verità“ su quanto accaduto nel suo garage, la sera del 19 settembre. Il primo contatto online con Maria. L’appuntamento concordato al telefono. "Voleva i 350 euro che avevo con me - avrebbe sostenuto -. Mi ha aggredito. Mi sono difeso. Non volevo ucciderla. È scivolata dal divano. Mi sono accorto che non respirava più e sono andato in panico. L’ho trascinata nel giardino vicino e l’ho ricoperta di foglie". Il medico legale e il Ris di Parma sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’accaduto raccordando le macchie ematiche e le tracce biologiche. La salma di Maria Campai è partita ieri per la Romania. Sono state Roxana e Loredana a riportare la sorella nella terra dove era nata 42 anni fa. Gabriele Moroni