REDAZIONE MANTOVA

Mantova, a 14 anni costretto dalla madre a spacciare crack e coca al parco: botte e insulti se si rifiutava

Borgo Virgilio, i carabinieri hanno arrestato una banda composta da fratello e sorella albanesi e un’italiana di 45 anni

Come luogo di spaccio era stato scelto un parco frequentato anche da bambini

Come luogo di spaccio era stato scelto un parco frequentato anche da bambini

Mantova. 31 ottobre 2024 – Picchiato senza pietà dalla madre, e umiliato, se si rifiutava di spacciare cocaina, crack e hashish al parco. A 14 anni ancora da compiere. Una storia di degrado e umiliazioni a cui ha posto fine il Comando provinciale dei carabinieri di Mantova. Una famiglia composta da fratello, sorella e dalla convivente di lui è stata arrestata con l'accusa di aver sfruttato e picchiato il ragazzino per gestire un'attività di spaccio in un parco giochi a Borgo Virgilio, primo hinterland mantovano.

A Borgo Virgilio

Gli arrestati sono un 27enne, la sorella di 30 anni – madre dell’adolescente obbligato con la forza a fare il pusher entrambi albanesi, e la compagna dell'uomo, una 45enne italiana. Le indagini del Nucleo investigativo dell’Arma – coordinate dal comandante Marco Faiella – erano iniziate lo scorso aprile quando la trentenne, in compagnia dei due figli piccoli, era stata fermata nel parco giochi di Borgo Virgilio in possesso di una pistola con matricola abrasa, le relative munizioni, oltre a un etto di cocaina, di cui la metà suddivisa in dosi, e 50 grammi di hashish.

L’indagine

I successivi approfondimenti, subito partiti, hanno fatto emergere l'attività di spaccio di fratelli e convivente tra i Comuni di Bagnolo San Vito e Borgo Virgilio soprattutto tra i ragazzi, con il luogo di incontro nel parco giochi, frequentato anche da bambini e genitori. I tre avrebbero anche, con minacce e violenze, spinto il ragazzino, che ha meno di 14 anni, a spacciare per loro cocaina, hashish e crack e a incassarne i proventi. L’attività di spaccio era ovviamente il business principale della banda, il cui “capofamiglia” aveva tuttavia un lavoro che usava come paravento. Il 14enne è stato affidato ad alcuni famigliari, che hanno offerto le dovute garanzie per dargli protezione e affetto. Mentre la madre – che dovrà rispondere anche del reato di maltrattamenti su minore – è finita in carcere a Mantova assieme al fratello e alla compagna della madre.