LUCIA GENTILI
LUCIA GENTILI
Cronaca

‘Ndrangheta, blitz tra Reggio Emilia e Mantova: 6 arresti

Operazione dei carabinieri, una persona è finita in carcere e 5 ai domiciliari. E’ stato eseguito anche il sequestro preventivo della società intestata fittiziamente a prestanome, comprensiva di quote sociali e beni sociali del valore di circa 250mila euro

I carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare emessa dall’ufficio Gip del tribunale di Bologna (foto di archivio)

I carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare emessa dall’ufficio Gip del tribunale di Bologna (foto di archivio)

Reggio Emilia, 7 aprile 2025 – Cinque persone ai domiciliari e una in carcere con l’accusa di aver agevolato la ‘ndrangheta.

Blitz Antimafia tra Reggio Emilia e Mantova

All’alba nelle province di Reggio Emilia e Mantova e nella casa circondariale di Voghera (Pavia), per un’articolata indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, i carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) insieme al personale del comando provinciale di Reggio Emilia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare, emessa dall’ufficio Gip del tribunale di Bologna.

I sei indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di trasferimento fraudolento di valori in concorso e di elusione in concorso dei provvedimenti di confisca emessi in sede penale e di prevenzione patrimoniale, aggravati dall’aver agevolato l’attività dell’associazione mafiosa ‘ndrangheta operante in Emilia Romagna.

È scattato il sequestro preventivo della società intestata fittiziamente a prestanome, comprensiva di quote sociali e beni sociali del valore di circa 250.000 euro, nella provincia di Reggio Emilia.

Operazione "Sugar Beet": Eventi e Dettagli

L’operazione, chiamata “Sugar Beet”, è partita dalla segnalazione per operazione sospetta sulla costituzione della società oggetto di indagine, avanzata dal Consiglio nazionale del notariato. Questo aveva rilevato, durante la preparazione degli atti, la presenza informale di un soggetto noto per i suoi precedenti giudiziari, conseguenti alle operazioni Grimilde e Perseverance della Direzione distrettuale antimafia di Bologna.

La meticolosa analisi dei rapporti bancari e l’approfondimento della documentazione contabile e societaria, supportate dagli esiti delle intercettazioni, hanno consentito di accertare la fittizia attribuzione dell’intestazione di una società – avente come oggetto sociale l’attività di trasporti ed autotrasporti per conto proprio o per conto terzi - in capo a due degli indagati che, consapevolmente, ne accettavano la mera titolarità formale in complicità con il socio occulto.

Poi è stato possibile rilevare l’illecita condotta degli indagati volta ad eludere l’esecuzione di provvedimenti ablatori emessi a loro carico; costoro, mediante la società fittiziamente intestata, esercitavano le stesse attività imprenditoriali di quelle confiscate, così distraendo a quest’ultime i relativi clienti e fornitori.

Conseguenze Economiche e Obiettivi degli Indagati

È stato verificato che i maggiori clienti della nuova compagine societaria sono stati sottratti alle società degli indagati già sottoposte a confisca, con conseguente drastica riduzione dei ricavi per queste ultime. I militari hanno riscontrato, in particolare, che i guadagni derivanti della campagna barbabietole registrati in diminuzione per una delle società già confiscate, passata in mano allo Stato e rappresentata dall’amministrazione giudiziaria, sono quelli registrati in aumento dalla compagine societaria fittiziamente intestata a prestanome.

I carabinieri hanno potuto documentare l’interesse degli indagati ad operare con la White List per infiltrarsi nel settore degli appalti pubblici.

Conclusione e Misure 

E contestare, nei confronti di due indagati, il reato di tentata induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, aggravato dalla metodologia mafiosa. Hanno appurato infine che le condotte antigiuridiche sono state poste in essere al fine di agevolare l’attività della ‘ndrangheta, operante nell’emiliano.

Il Gip distrettuale, condividendo l’impianto accusatorio della Procura di Bologna sia con riferimento alla gravità indiziaria sia in relazione alle esigenze cautelari, ha disposto nei confronti di un indagato la custodia cautelare in carcere, mentre a carico dei restanti cinque la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Le forze dell’ordine precisano che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari.