Occhi azzurri, capelli corti, espressione serena. In vacanza al mare, proprio in quella Umago che da anni sceglieva per trascorrere le ferie, ma anche a Venezia. Al tavolo di un ristorante. Così appare nelle foto sui social Nina Gryshak, la quarantenne ucraina uccisa dal nuovo compagno Marcello Passera, operaio di 30 anni, conosciuto dopo la separazione dal marito, ucraino come lei.
Al fianco dei profughi
Nina era molto conosciuta a Medole, paesone dell'Alto Mantovano, non troppo distante dal lago di Garda. In particolare era apprezzata per il suo impegno al fianco dei connazionali arrivati in zona dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, una situazione che l'aveva molto colpita, anche perché i suoi genitori erano stati costretti a riparare in Polonia dopo l'aggressione russa. Nel suo paese di residenza, dove si trovava da una decina di anni, e a Castel Goffredo, altro centro della zona, si era attivata per raccogliere generi di prima necessità e aiuti per i profughi, ma anche da inviare nella sua nazione di origine. Era venuta così in contatto con il mondo solidale in prima linea nell'assistenza agli ultimi. Non solo. Sfruttando la sua conoscenza della lingua madre, si era anche adoperata a fare da traduttrice per i connazionali. Un servizio che aveva svolto anche prima dell'inizio del conflitto.
La famiglia
Fino a poco tempo fa Nina era sposata con un connazionale, anche lui residente a Medole. La coppia ha due figlie, una maggiorenne e una minorenne, entrambe a Medole al momento della tragedia. Con lui aveva iniziato a frequentare per le vacanze la casa di Zicchigni, località istriana nel Comune di Umago. Nei mesi scorsi, però, qualcosa fra i due si era rotto, tanto da portarli alla separazione. Nina aveva trovato un nuovo compagno, un operaio metalmeccanico italiano più giovane di lei. E proprio con Marcello Passera, questo il suo nome, aveva preso in affitto la stessa casa che nelle precedenti estati aveva scelto per le sue vacanze. Ed è qui che ha trovato la morte, uccisa a mani nude - almeno secondo le accuse - dall'uomo con il quale pensava di aver ritrovato la serenità.