GABRIELE MORONI
Cronaca

Omicidio di Yana, chiesto l’ergastolo per l’ex: “Assassino e classico maschio Alfa”

La pm: omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione e occultamento di cadavere

Yana Malaiko

Yana Malaiko

Mantova, 6 febbraio 2025 –  Ergastolo per omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione e occultamento di cadavere. Questa la richiesta formulata dal pubblico ministero Lucia Lombardo al termine di una requisitoria durata quattro ore nei confronti di Dumitru Stratan, 36 anni fra poco, moldavo, imputato dell'omicidio della ex fidanzata Yana Malaiko, 23enne ucraina. Il pm prende la parola alle 10. Definisce l'imputato come un classico maschio Alfa, quindi sempre alla ricerca del dominio. Più ancora che dal fatto di essere stato lasciato, a innescare la volontà omicida dell'uomo era la sua incapacità di sopportare che Yana si fosse legata a una persona che conosceva: una sorta di umiliazione. Stratan ha premeditato l'omicidio, ne ha preparato le modalità e studiato la strategia, come quando ha staccato la telecamera dell'ascensore del palazzo (era finta ma Stratan non poteva saperlo). In piena sintonia con la rappresentante dell'accusa, l'avvocato Angelo Lino Murtas, legale di parte civile per Oleksandr Malaiko, padre di Yana, per la mamma Tatiana, la nonna Larissa e il nonno Giovanni. La miccia dell'azione è quando Stratan apprende che Yana è stata vista a cena in un locale con un nuovo boy-friend, la sera del 12 gennaio. Murtas ricorda anche le ricerche effettuate dall'uomo su come si fa un veleno in casa e quella su come eliminare gli insetti. Chiede complessivamente 2.400.000 euro di risarcimento. Il processo proseguirà il 22 febbraio con le arringhe dei difensori di Stratan, Domenico Grande Aracri e Gregorio Viscomi. Il 6 marzo le repliche e la sentenza. La condanna all'ergastolo è legata alla premeditazione. A questo proposito, nell'udienza dello scorso 18 novembre, era stata richiesta sia dal pm sia dai difensori un'integrazione peritale delle trascrizioni delle conversazioni e dei messaggi tra la vittima e il suo assassino. Richiesta che ha fatto slittare a oggi l'inizio della discussione del processo. Le altre aggravanti sono la minorata difesa da parte della vittima (sola in casa, di notte, persuasa da Stratan ad accettare di incontrarlo con il pretesto di riconsegnarle il cagnolino, la corporatura minuta della ragazza), il legame affettivo (da poco interrotto) con la giovane ucraina. Yana Malaiko viene uccisa a Castiglione delle Stiviere nella notte tra il 19 e il 20 gennaio 2023 nell'appartamento all'interno del condominio in piazza della Resistenza, conosciuto come "grattacielo", in cui era ospitata da Cristina Stratan, sorella di Dumitru, per la quale la vittima lavorava come barista. Il moldavo non si era rassegnato alla fine della relazione e soprattutto al fatto che la giovane ne avesse avviata da poco un'altra. Dopo l'omicidio, aveva nascosto il corpo sotto una catasta di legna e fogliame, nelle campagne di Castiglione, dove era stato ritrovato soltanto tredici giorni dopo, nel pomeriggio del primo febbraio. Yana era stata colpita duramente e poi costretta all'interno di un trolley. L'autopsia aveba accertato che il decesso era stato provocato da "lesioni multiple di natura contusiva" e "asfissia meccanica violenta". Solo l'8 marzo, dopo due mesi in carcere e dopo avere sempre scelto il silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere, Dumitru Stratan aveva ammesso di avere provocato la morte di quella che era stata per qualche anno la sua compagna ma negato la volontà di ucciderla. "L'ho colpita - aveva detto - una sola volta con la mano per allontanarla da me. Nell'immediatezza non mi sono reso conto delle conseguenze del mio gesto perché mi ero spostato in un altro locale".