Suzzara (Mantova), 6 marzo 2025 – Dopo mesi di indagini, mercoledì 5 marzo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Mantova, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Gonzaga e da quelli del Comando Provinciale di Napoli, hanno arrestato Rosa, la figlia di Francesco Capuano, ucciso a colpi di pistola nel garage della sua abitazione a Suzzara nel Mantovano, lo scorso 23 dicembre.

La donna, disoccupata di 46 anni, è stata prelevata a Giuliano, nel Napoletano, perché dopo l’omicidio era tornata al Sud da una sorella dato la casa di Suzzara era stata messa sotto sequestro. Pare che alla vista dei carabinieri, Rosa Capuano sia rimasta impassibile. I militari l’hanno bloccata e trasferita nel carcere di Mantova, in vista dell’interrogatorio di garanzia. La donna è accusata di omicidio premeditato e di detenzione illecita di arma da sparo.
Contestualmente i militari hanno eseguito a Suzzara, Napoli e Giugliano in Campania un decreto di perquisizione locale, personale e informatica a carico dell’indagata sequestrando telefoni cellulari e altri supporti informatici sui quali saranno effettuati ulteriori accertamenti. Durante l’esecuzione delle attività, a Giuliano, i militari hanno rinvenuto, in un beauty-case della 46enne una pistola revolver calibro 22, non censita, due cartucce inesplose e tre bossoli, tutti dello stesso calibro di quelli utilizzati per la commissione del delitto. Quanto rinvenuto è stato sequestrato e sarà inviato ai Carabinieri del R.I.S. di Parma per i successivi accertamenti balistici.

Il delitto
I fatti si snodano dalla mattina del 23 dicembre. Poco dopo le 9 viene scoperto il cadavere di un anziano ex bidello, Francesco Capuano. Nel 2010, andato in pensione, assieme alla moglie l’uomo lascia Napoli per raggiungere i due figli emigrati nel Mantovano: Rosa, appunto, e il fratello Ciro. Gli anziani coniugi si sistemano dalla figlia in una palazzina di via Biolcheria 13. Tre anni fa il bidello perde la moglie e, da allora, è Rosa a occuparsi di lui.
Il 23 dicembre padre e figlia scendono in garage per andare a fare la spesa. Poco dopo scatta l’allarme: lo dà la stessa Capuano, che racconta di aver trovato il padre sulla loro Panda, accasciato al posto di guida e coperto di sangue. All’uomo hanno sparato tre colpi in testa. La figlia dice ai carabinieri di averlo lasciato vivo e di essere salita in casa a prendere dei fazzoletti: la sua assenza però è troppo lunga (15 minuti almeno) per non suscitare perplessità. I carabinieri di Mantova e di Gonzaga iniziano le indagini.
Il movente
Il movente dell'omicidio, secondo la ricostruzione investigativa, sarebbe da attribuire alla volontà della donna di affrancarsi dalla figura paterna, ritenuta possessiva, nonché alla convinzione dell'indagata di divenire erede universale.