GABRIELE MORONI
Cronaca

Omicidio Yana Malaiko, così l’assassino confessò il delitto alla sorella: “L’ho ammazzata come lei ha ucciso me”

Delitto di Castiglione delle Stiviere, sentita Cristina Stratan che ospitava la vittima 23enne. In tribunale anche la nonna paterna di Yana

A sinistra, Yana Malaiko, a destra l'avvocato Angelo Lino Murtas (parte civile), Larysa Bodnari, nonna paterna di Yana, Olekasber Malaico, figlio di Larysa e padre di Yana

A sinistra, Yana Malaiko, a destra l'avvocato Angelo Lino Murtas (parte civile), Larysa Bodnari, nonna paterna di Yana, Olekasber Malaico, figlio di Larysa e padre di Yana

Mantova – “Lui era molto giù. Era una persona diversa. Gli ho chiesto se stava male, se voleva raccontarmi qualcosa. Parlavamo in moldavo. Gli ho chiesto di Yana. Mi ha risposto: 'L'ho ammazzata come lei ha ammazzato me'. All'inizio non l'ho preso sul serio. Ho pensato che fossero parole senza fondamento. Lui mi ha abbracciato e mi ha detto: 'Mi dispiace tantissimo'. Allora ho incominciato a pensare che ci fosse un fondamento. Ho guardato in casa Yana non c'era”. Lunghi capelli sciolti, camicione bianco, Cristina Stratan, 33 anni, viene ascoltata dalla Corte d'Assise di Mantova che giudica il fratello Dumitru (in casa e per gli amici Dima), accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Yana Malaiko, la notte terribile fra il 19 e il 20 gennaio dello scorso anno, e di occultamento del cadavere.

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Yana, 23 anni, ucraina, era ospite di Cristina nel suo appartamento al quarto piano di un imponente condomino, il "grattacielo" di Castiglione delle Stiviere. Cristina risponde per due ore e mezza alle domande del pubblico ministero Lucia Lombardo, dell'avvocato di parte civile Angelo Lino Murtas, dei difensori del fratello 35enne, Domenico Grande Aracri e Gregorio Viscomi. Conosce Yana nel mese di maggio del 2020, terminato il lockdown. Yana e Dima vanno ad abitare in casa della madre di lui, che si è trasferita in casa del compagno. Cristina Stratan si commuove mentre dichiara: "Io le volevo bene come a una sorella. Yana si confidava molto con me”. Quando il legame ha mostrato i primi segni di cedimento? "Erano entrambi innamorati. I problemi iniziarono perché non riuscivano ad avere figli, li avevano desiderati da subito. Yana aveva un problema. Erano state fatte determinate cure. Secondo i medici un figlio sarebbe stato un miracolo. Era la prima volta che Dima desiderava un figlio. Penso che sia entrato in crisi allora, per il problema del bambino. Ha iniziato a stare fuori tutte le notti, a rientrare la mattina, a trascurare Yana. Questo mi riferiva Yana. Lei pensava che facesse uso di sostanze stupefacenti. Aveva trovato delle cose che non andavano bene".

Le due donne sono ormai convinte che nella vita di Dumitru sia entrata la cocaina. “Io e Yana abbiamo cercato in tutti i modi di aiutarlo. Gli abbiamo parlato, lui ha sempre negato. Abbiamo chiesto consiglio a un amico carabiniere di Castiglione". Il rapporto ormai è in crisi. Il 7 gennaio, giorno del Natale ortodosso, Yana chiede all'amica di ospitarla nel suo appartamento, anche se continua a fare la spola con quello che divideva con Dumitru, dove è rimasto il suo cagnolino Bulka. Il 9 gennaio ha un confronto con Dima. Nella vita della giovane ucraina, è entrato Andrei Cojocaru, un altro giovane moldavo. Yana viene vista in sua compagnia, in atteggiamenti affettuosi. Cristina riferisce di avere messo in guardia l'amica perché il nuovo boy friend avrebbe avuto comportamenti violenti in aula con una ex fidanzata. Immediata, anche se silenziosa, la reazione di deciso diniego da parte di Andrei Cojocaru, presente in aula.

È la mattina del 20 gennaio 2023. Cristina ha problemi di salute, è in casa del compagno a Padenghe del Garda. Si sveglia verso le 8. Quando accende il cellulare, trova due messaggi Whatsapp dall'utenza di Yana: è stanca, ha bisogno di staccare per un po'. In realtà sono stati inviati da Dumitru Stratan. Cristina è dispiaciuta. Risponde con un vocale: è febbricitante, non può recarsi al lavoro, è sempre rimasta vicino all'amica quando era lei a non stare bene. Verso le 9 (esattamente alle 9.18) la telefonata del fratello che la convoca a Castiglione: vuole parlarle, si sente molto giù. Cristina lo interpreta come la richiesta di un uomo rimasto solo, con l'unica compagnia della droga, che soffre per la fine della relazione sentimentale, provato, dimagrito di dieci chili negli ultimi tempi. Cristina è da lui attorno alle 11-11.30. Dima è solo in casa, fuma. Parlano un po' del cane di Yana. Cristina tenta di sollevargli il morale. Gli chiede di Yana. La confessione di Dima alla sorella. Il particolare finora mai emerso dell'abbraccio accompagnato dalle parole di pentimento. In casa tutto, all'apparenza, è in ordine. C'è però lo strano particolare della videocamera dell'ascensore sul tavolo. Altra anomalia: nella camera degli ospiti il letto è sfatto, coperto da un lenzuolo e sopra c'è il cellulare di Yana. Cristina chiama il compagno perché vada a prenderla. Esce con il cagnolino, raggiunge l'abitazione della madre, dove lascia la bestiola. Sta uscendo ma il dietrofront è quasi immediato: rientra e annuncia alla mamma che andrà dai carabinieri a segnalare il dialogo con Dima. Una telefonata. Il colloquio di persona con il luogotenente Domenico Miccolis, comandante del Radiomobile della compagnia di Castiglione delle Stiviere. La sforzo di Cristina Stratan è quello di sgravare, per quanto possibile, il fratello dalla fama di uomo violento. Dumitru, le viene chiesto, l'ha minacciata perché era andata a parlare con i carabinieri? "No - è la risposta -. Mentre i carabinieri lo arrestavano, ripeteva: 'Diglielo che non ho fatto niente' ".

I difensori le chiedono di contrastare il racconto fatto in aula da un ex fidanzata di Dima, che ha riferito di essere stata massacrata di botte durante una vacanza in Moldavia. "Non è vero. Non l'ha picchiata. Avevano avuto un litigio perché lei si era appartata con un altro. La notte lei si era svegliata e aveva bruciato il borsello e i documenti di mio fratello".

La deposizione della nonna di Yana

Breve e toccante la deposizione di Larysa Bodnari, la nonna paterna di Yana, in tribunale accompagnata dal figlio Oleksader e dall'avvocato Murtas. Dopo una delicata operazione all'intestino, in Ucraina, aveva vissuto con la nonna a Romano di Lombardia, nella Bergamasca, dal 2016 fino all'inizio della storia con Dumitru. “Yana aveva voglia di vivere, lavorare, innamorarsi. Abbiamo visto Dima una decina di volte in tutto. Non partecipava alle tavolate. Non era di compagnia. Usciva per fumare. Mio nipote Yuri mi ha detto che era troppo narciso, troppo pieno di sé. Chiamava Yana 'cane'. Una volta le ha detto: 'Tu, se vuoi che ti sposi, devi metterti in ginocchio davanti a me'. E lei ha risposto: 'Piuttosto ne trovo un altro'. A me Yana diceva che andava tutto bene, che lui scherzava". Nonna Larysa è sposata con Giovanni Vitali, italiano. "Mio marito voleva tanto bene a Yana. Mi ha detto: 'Di' ai giudici che io le volevo un bene dell'anima, che soffro tanto per la sua mancanza". È a questo punto che Oleksander Malaico si copre il volto con le mani. Quando le scosta ha gli occhi rossi di pianto.