Castiglione Delle Stiviere (Mantova) - "Dima, perché non vuoi parlare, perché non dici dov’è Bonnie?". Collaborano con chi indaga, lealmente, dignitosamente. A tratti appaiono incredule di fronte all’accaduto. Si fanno e rivolgono anche agli investigatori dei carabinieri la domanda, una delle domande che le tormentano: perché Dima non la fa ritrovare? Perché non dice dove ha abbandonato il corpo di Yana? È una lotta contro il dolore e lo sbigottimento. Ana e Cristina, rispettivamente madre e sorella di Dumitru Stratan. Lo strazio per Dima in carcere accusato dell’omicidio di Yana Malayko, sua compagna per 4 anni. E un altro strazio, perché Yana per loro era Bonnie, una figlia, una sorella.
Sull’altro fronte un uomo in giubba mimetica e stivali, che anche ieri ha percorso con le squadre di ricerca il dedalo vasto, a tratti impenetrabile, della località Valle, alle porte di Castiglione delle Stiviere. È il padre di Yana. Instancabile. Cerca quella che da quasi una settimana è la tomba, frettolosa e improvvisata, di sua figlia. Forse un bosco, forse un macchione, forse qualche palata di terra a fare da sudario.
Momenti in cui pare fermarsi il tempo. A Cristina, la sorella di Dumitru, accade nella mattinata di venerdì 20 gennaio. Lavora sodo nel suo bar, l’Event Coffee in piazzale della Resistenza, a Castiglione, una conquista realizzata 8 anni fa da mamma Ana, quei 20mila euro messi assieme con il suo lavoro di badante e blindati in banca. Cristina abita nello stesso condominio del bar, quello che a Castiglione chiamano “grattacielo”. Ospita in casa Yana, sua dipendente come cameriera, da quando si è lasciata con Dima. Sono amiche. Cristina manca da casa da qualche giorno, aiuta a tenere i bambini di una coppia di amici.
Riceve due messaggi Whatsapp da Yana: "Ciao Cri vado via per un po’, devo staccare la testa da tutto, perciò non ci sono e grazie, ma non ce la faccio". Alle 9.18 è Dima a telefonarle, vuole vederla a Castiglione perché "era un po’ giù di morale". Cristina lo attribuisce alla fine del legame con Yana. I due fratelli si incontrano. E Yana, dov’è Yana? "L’ho mandata via", risponde Dima e aggiunge: "Troppo comodo così".
"Continuava - racconta Cristina - a rimanere in piedi e a fumare una sigaretta dopo l’altra. Allora l’ho invitato a sedersi per raccontare qualcosa. Dopo avermi parlato di cose normali che riguardavano il cane e forse anche altre sciocchezze, sono ritornata sul discorso di Yana e alla mia riflessione ad alta voce su dove potesse essere andata, lui mi ha testualmente risposto: “L’ho ammazzata come lei ha ammazzato me“". La delirante giustificazione del crimine, l’unica confessione.
Cristina dubita. Sbircia nella camera: Yana non c’è. Cristina è incerta se credere o no, è un’abitudine del fratello quella di scherzare dicendo "cose non belle". Dopo essere stata dalla madre, Cris si reca dai carabinieri. È una lunga, surreale mattinata anche per Ana, la madre di Dumitru e Cristina. Ha saputo che Yana non si è presentata al lavoro. Ana sale in casa della figlia per chiedere spiegazioni.
Trova invece Dumitru con un amico. Lo allontana. Vuole parlare da sola con il figlio. Dov’è Yana? "L’ho mandata via perché l’ho beccata con un altro e non merita il nostro aiuto", "adesso sono tranquillo", ora che è andata via vado io a lavorare". La donna chiede informazioni più precise. Vuole telefonare a Yana. Dumitru ha bugie anche per la madre. "Mi fermava dicendomi che il telefono della ragazza era sul tavolo del soggiorno e che aveva mandato via Yana senza farglielo portare al seguito in quanto si trattava di un regalo fatto da lui, aggiungeva inoltre di aver detto alla ragazza di rendere la scheda sim e di lasciare a lui il cellulare".
Come si mostra Dumitru? "Aveva un’aria rilassata, non sembrava avesse l a minima agitazione". Tutto precipita alle 13. Cristina è dalla madre. Le riferisce la terribile confessione: "Mi ha detto una frase come “Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me“". Cristina va dai carabinieri. La mamma vorrebbe non credere. È ancora nell’appartamento di Cris. Trova il figlio come lo ha lasciato: impenetrabile. "Anche questa volta Dumitru mi apriva la porta, chiedevo subito dove fosse Yana, ma mio figlio ribatteva di non averne idea. Mentre ero intenta a parlargli giungevano i carabinieri".
Parla di lui come di una persona segnata dalla morte del padre quando aveva 15 anni. Quanto agli stupefacenti, era stata Cristina a confidarle i suoi timori che ne facesse uso. Ma la madre conosceva anche la capacità di odio del figlio, il suo vivere certe situazioni come affronto personale. Ana ha saputo che Yana frequentava un altro uomo. Il figlio ha parlato solo il giorno prima con queste parole: "Adesso sono proprio sicuro". "Chiedevo a Dumitru cosa ci fosse di male, dato che prima la relazione tra lui e Yana era terminata, ma lui insisteva". E un nuovo delirio: "Può andare con chi vuole ma non con un ragazzo della nostra stessa compagnia".
Il nuovo fidanzato di Yana era appunto un amico di entrambi e aveva raccolto da lei una confidenza sulla minaccia di Dumitru: se avesse allacciato una relazione con un uomo conosciuto l’avrebbe uccisa. Mancavano pochi giorni alla notte fra il 19 e il 20 gennaio. "L’azione delittuosa – riassume l’ordinanza di custodia – sembra contenere l’attuazione di un proposito criminoso maturato nella mente del reo già da un notevole lasso di tempo ed espresso alla stessa vittima circa una settimana prima della sua concretizzazione".