TOMMASO PAPA
Cronaca

Asola, sedicenne spara sul bus e ferisce un coetaneo. Tutti i punti oscuri della vicenda

Ritrovata – su imbeccata del giovane arrestato – una pistola nell’Oglio: è quella che ha fatto fuoco? Accertamenti dei Ris

Due immagini del recupero dell'arma

I carabinieri sommozzatori nell’Oglio per ritrovare la Beretta lanciata dal 16enne

Asola, 3 dicembre 2024 – Questione di centimetri. Se quel proiettile sparato a bruciapelo lo avesse colpito un po’ più su, l’avrebbe ucciso all’istante. E un ragazzo di 17 anni sarebbe morto senza perché. Ucciso da un altro giovanissimo. È servito qualche giorno ai carabinieri per dissipare le ombre sul ferimento di uno studente di Canneto sull’Oglio.

Il teenager era stato colpito in volto da quella che sembrava la fiammata di una scacciacani. Il ferimento era avvenuto subito dopo la scuola, su un autobus di linea affollato, fermo alla fermata di Asola, vicino all’istituto tecnico Falcone. La vittima era stata colpita alla bocca. E subito la colpa era stata data a un coetaneo: ora il feritore ha un nome e cognome ed è finito dietro le sbarre. Si tratta di un ragazzo di 16 anni, anche lui di Canneto sull’Oglio. Un “bravo ragazzo” senza precedenti, uno che non doveva essere armato.

Vicenda ricostruita

Al momento del ferimento, avvenuto il 22 novembre, i contorni della vicenda erano confusi. Altri ragazzi avevano soccorso lo studente, il volto coperto di sangue. Per la gravità della sue condizioni, era stato portato d’urgenza in ambulanza a Mantova, all’ospedale ‘Carlo Poma’. Qui il ragazzo è stato sottoposto a un intervento chirurgico durante il quale è affiorata la prima parte della verità: tra la lingua e la mandibola i chirurghi hanno trovato l’ogiva di un proiettile.

Altro che scacciacani: il colpo veniva da una pistola vera, il proiettile era di calibro 6.35, probabilmente sparato da una Beretta. Questa decisiva scoperta ha impresso una svolta nelle indagini dei carabinieri: i militari di Asola e quelli del Reparto operativo di Mantova hanno iniziato a raccogliere testimonianza su testimonianza e a battere palmo a palmo i giardini di Asola alla ricerca della pistola.

Le testimonianze utili

I ragazzi presenti sul bus hanno collaborato? “Molti hanno risposto”, raccontano gli investigatori, coordinati dal colonnello Giorgio Feola e dai giudici della Procura dei minori di Brescia. Sulla base delle loro e di altre testimonianze è stato individuato l’autore dello sparo, il ragazzo con la Beretta nello zaino. In un primo momento sembrava che avesse esploso il colpo dopo un litigio.

Poi la ricostruzione è cambiata e gli inquirenti si sono convinti che, più probabilmente, si sia trattato di un incidente: “Il colpo è partito mentre stavano maneggiando la pistola” azzarda uno degli investigatori. Ma comunque l’indagine non è conclusa. Mentre il ferito migliorava e veniva dichiarato fuori pericolo di vita, al 16enne che ha rischiato di ammazzarlo sono stati contestati i reati di lesioni gravi e porto abusivo d’arma.

Il ragazzo è stato fermato dai carabinieri e la magistratura minorile ne ha disposto la custodia al Beccaria di Milano.

La rivelazione dello sparatore

Proprio mentre lo stavano portando al Beccaria, il giovane sparatore ha fatto una confidenza ai carabinieri, rivelando dove aveva gettato la Beretta 6.35. Ha raccontato di essersene sbarazzato buttandola nell’Oglio, in un preciso punto del fiume nel territorio del suo paese, Canneto.

Per le ricerche sono stati chiamati i sommozzatori di Genova che hanno faticato non poco per trovare la pistola, immergendosi nelle gelide acque del fiume. Alla fine l’hanno vista sul fondo e portata a riva: ora verrà esaminata dai Ris di Parma per controllare che sia proprio quella che ha sparato.

Il suo ritrovamento apre un altro capitolo d’indagine: come se l’è procurata il ragazzo che l’aveva con sé? In famiglia nessuno ha armi, chi gliel’ha data? I carabinieri vogliono saperlo. Ma lui, il ragazzo, che dice? “Per ora racconta solo sciocchezze”.