
L'uomo è stato arrestato dai carabinieri intervenuti prontamente
Sabato sera turbolento in un’abitazione di Sermide e Felonica, occupata da una famiglia di origine tunisina. È ora di cena. La coppia, lui 59nne e lei 57nne, dopo una giornata intera trascorsa senza mangiare e bere, come prevede il Ramadan, si mette ai fornelli della cucina per preparare un pollo.
Mentre il marito e la moglie preparano la cena, la figlia 15enne guarda la televisione. La moglie, probabilmente provata dopo aver trascorso molte ore senza assumere cibo, ha un forte mal di testa, avrebbe invitato il marito a non parlare, a fare un po’ di silenzio.
La minaccia
Il marito, furibondo dopo la richiesta ricevuta, avrebbe afferrato un coltello da cucina, lungo 32 cm e, brandendolo, avrebbe minacciato di morte la consorte proferendo la frase: “Se parli ancora ti taglio la testa”.
La ragazzina, attirata dalla discussione tra i suoi genitori, capisce che la mamma è in serio pericolo. Decide di chiamare i Carabinieri. L’operatore di turno presso la centrale operativa di Gonzaga, sentendo una voce giovanile ed essendo in atto varie feste, pensa ad uno scherzo di carnevale. Ma capisce subito che non si tratta affatto di uno scherzo, ma di una richiesta di aiuto vera e propria.
L’intervento
La fortuna vuole che in quel comune era in atto un servizio straordinario di controllo del territorio. In pochissimi minuti, presso l’abitazione della coppia, intervengono svariate pattuglie dell’Arma. I Carabinieri, dopo aver ricostruito la scena ed escusso le persone presenti, capiscono che non era la prima volta che nell’ambito familiare, anche alla presenza della figlia minore, si verificava un litigio del genere.
Questa volta, però, l’uomo aveva ecceduto nelle minacce nei confronti della moglie convivente, arrivando addirittura a brandire un grosso coltello. Il soggetto veniva così tratto in arresto dai Carabinieri poiché responsabile, in ipotesi accusatoria, del reato di maltrattamenti in famiglia. Espletate le formalità di rito, l’arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale di Mantova, dove resterà recluso a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Il procedimento penale si trova nella fase delle indagini preliminari e l’eventuale colpevolezza del soggetto dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.