Alchimia di ritmo, armonie, evocazioni, tra note e spazi. Un connubio inedito quello che sarà al centro di “Musica-Architettura concerto in 11 stanze”, produzione del Polo Territoriale del Politecnico di Milano nata proprio per indagare il rapporto tra musica ed architettura. L’evento, che si terrà domani, giovedì 23 maggio, alle 21 al Teatro Bibiena di Mantova, fa parte del Festival Mantovarchitettura ed è stato ideato e curato dall’architetto Filippo Bricolo.
“Abbiamo voluto esplorare il rapporto tra musica e architettura – spiega Bricolo – attraverso 11 momenti diversi, le 11 stanze appunto, che indagano aspetti diversi di questi due mondi, che sembrano solo all’apparenza distanti, ma che in realtà hanno molti punti in comune".
Musica e architettura hanno, ad esempio, un forte potere evocativo, che trova la propria sintesi nel paesaggio sonoro. "Il concerto si svolgerà negli spazi del Teatro Bibiena che diventeranno oggetto di sperimentazioni sonore e spaziali. Teniamo conto – spiega Bricolo – che il teatro Bibiena ospitò, poco dopo la sua inaugurazione, un concerto di Mozart ed il padre del grande artista austriaco si complimentò per l’acustica".
L’idea di questa particolare declinazione all’interno del Festival Mantovarchitettura nasce dalla storia di Bricolo, docente al Politecnico di Milano e musicista che agirà nella doppia veste di voce narrante ed organista. La parte musicale sarà curata da Mauro Ottolini, trombonista e arrangiatore tra i più importanti musicisti jazz italiani con collaborazioni con artisti come Vinicio Capossela ed Enrico Rava. Ottolini sarà sul palco con il suo quintetto per un percorso musicale di grande intensità tra jazz e blues. Una sezione dello spettacolo vedrà la presenza degli studenti del Polo Territoriale di Mantova che hanno partecipato a un corso specifico sotto la guida di Teatro Magro, collettivo mantovano che opera da più di vent’anni nel settore teatrale-educativo. Ospite in una delle stanze sarà Massimo Alvisi, uno dei fondatori dell’importante studio di architettura romano Alvisi Kirimoto, nell’insolito ruolo di chitarrista jazz.
“Utilizzeremo anche strumenti meno usuali – evidenzia Bricolo – ad esempio suoneremo le conchiglie, per scoprire il suono dello spazio racchiuso nella sezione aurea. Ma andremo anche ad esplorare il suono della città. Sarà un modo nuovo per vivere musica e architettura, insieme".