"Non volevo uccidere Yana". Per la prima volta, dopo avere sempre scelto il silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere, Dumitru Stratan ha chiesto di essere ascoltato dai magistrati della Procura di Mantova sulla morte dell'ex fidanzata ucraina Yana Malayko. La ragazza muore, a 23 anni, la notte fra il 19 il 20 gennaio, nell'appartamento di un condominio in piazzale della Resistenza, a Castiglione delle Stiviere dove è ospite della sorella di Stratan. Il 33enne moldavo è in carcere accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazioee e di occultamento di cadavere.
Dumitru Stratan è stato interrogato mercoledì pomeriggio dalle 15.30 alle 18 dal procuratore Manuela Fasolato e dal pubblico ministero Lucia Lombardo, presenti i difensori, Domenico Grande Aracri e Andrea Pongiluppi. Ha negato, la l'intenzione di uccidere l'ex compagna.
"L'indagato – scrive in un comunicato la Procura mantovana – ha ammesso di aver cagionato il decesso di Yana Malayko la notte del 20 gennaio 2023 presso l'abitazione in cui si trovava Yana, negandone peraltro la intenzionalità, affermando di aver colpito con la mano una sola volta la ragazza allo sterno per allontanarla in un momento in cui erano vicini e senza rendersi conto nell'immediatezza delle conseguenze del colpo inferto in quanto si era spostato in un'altra stanza. In ordine all'occultamento di cadavere non ha fornito dettagli, dicendo che non ricordava esattamente quanto era accaduto dopo e riferendo elementi frammentari".
Un racconto che non ha scalfito le convinzioni maturate finora dai pm mantovani, dopo una lunga serie di accertamenti. "La Procura ha contestato all'indagato, a seguito di tale versione dei fatti, le risultanze investigative sinora raccolte agli atti e che appaiono confliggenti con quanto dichiarato dallo stesso ma l'indagato ha ribadito la propria versione dei fatti". Proseguiranno domani, nei laboratori del Ris di Parma, gli esami sui vari reperti iniziati nella giornata di ieri.