Milano, 21 maggio 2012 - Situazione complicata per Vincenzo Bianchi, presidente della Lucchini Artoni, il bitumificio delle polemiche di Segrate. L'imprenditore è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione e al risarcimento di Comune di Milano, Provincia, Regione e Autostrade per l'Italia per aver sversato rifiuti in una discarica abusiva in un'area milanese di proprietà di Autostrade.
La sentenza è stata emessa dai giudici della quarta sezione penale al termine del processo a carico di Bianchi, presidente anche della Edil Bianchi srl, e di altri due imputati accusati di violazione delle norme in materia di rifiuti. L'area interessata si trova tra via Paralba e via Freikofel nei pressi della Tangenziale Est, per gettarvi illecitamente 5.400 tonnellate di terra e rocce provenienti dalla demolizione del cantiere della ferrovia di via Toffetti nell'ambito dei lavori di adeguamento della stazione di Rogoredo.
Non è la prima inchiesta che vede coinvolto Bianchi, già interessato dal caso Montecity e dall'inchiesta che lo scorso 22 febbraio ha portato al sequestro di un esteso sito di smaltimento illecito di rifiuti non autorizzati a Segrate, denominato "area ex dogana". In questo processo è stato imputato in qualità di rappresentante delle due srl che nel 2008 avrebbero ricevuto in subappalto i lavori alla stazione da un'altra società, la Bonciani spa, di cui Giorgio Mauri è coinvolto in qualità di direttore dei lavori e capo commessa cantiere .
Il terzo imputato, Alessandro Viol, è un geometra alle dipendenze della Lucchini Artoni delegato ai rapporti con la Bonciani. Secondo quanto ricostruito dal pm Paola Pirotta, i tre non solo avrebbero creato illecitamente la discarica abusiva di rifiuti, che perlomeno non erano pericolosi, ma ne avrebbero tratto un profitto illecito, avendo ricevuto 130mila euro da Rete Ferroviaria italiana per il loro conferimento in una discarica legale.
La condanna è un anno e 2 mesi di carcere, a versare una provvisionale di 20mila euro ad Autostrade per l'Italia, il cui risarcimento dei danni sarà stabilito in sede civile, e a risarcire direttamente i danni di immagine patiti dal Comune con 7.500 euro a testa e a Provincia e Regione rispettivamente con 5mila euro ciascuno.
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