Melzo (Milano), 11 giugno - L’ultima cena fuori insieme, poi lui si impicca e lei scompare. Il giallo di Melzo, nel Milanese, delinea una storia torbida come le acque del canale Muzza che bagna quelle terre al confine con la Bergamasca.
Da due giorni si cerca Sara Luciani, la 21enne convivente di Manuel Buzzini. Lui, dieci anni più grande di lei, ha deciso di farla finita. L’ipotesi che prende quota è quella di un omicidio-suicidio. Il corpo dell’operaio è stato ritrovato sabato mattina nel cortile di casa della nonna, in via Mantova. Il ragazzo aveva i vestiti fradici e le scarpe sporche di fango. E’ stato visto rientrare a piedi venerdì notte. Senza l’auto su cui si era allontanato per una normale serata di divertimento con la compagna. Ieri pomeriggio, le griglie della centrale idroelettrica di Paullo, a pochi chilometri da Melzo, hanno restituito il paraurti posteriore della Golf grigia usata dai ragazzi venerdì. Un pezzo di plastica con la targa bene in vista, come divelto dall’urto con il cordolo dell’alzaia. Da qui, la pista più tragica: Manuel avrebbe spinto la macchina nella roggia con la fidanzata a bordo. Uno scenario che sembra far passare in secondo piano la probabilità di un incidente, che resta comunque teoricamente in piedi, e quello di un duplice suicidio, non scartata a priori. Lei non aveva il cellulare, non ne ha mai posseduto uno. Esile, introversa, maglietta e pantaloni neri, un tatuaggio su un braccio e un altro sul petto.
E’ l’identikit usato dai carabinieri di Cassano, dai sommozzatori dei vigili del fuoco e da decine di volontari della protezione civile che le danno la caccia da 40 ore. In zona non si vedeva una battuta del genere dai tempi di Yara Gambirasio. Le speranze che Sara sia viva, però, sono ridotte al lumicino. I due da un anno abitavano insieme, ospiti dei genitori di lei. Nessuno sospettava che qualcosa non andasse fra loro, così almeno secondo i parenti sotto choc per l’epilogo di quella che sembrava una storia con un sereno futuro. In realtà, poche ore di indagini hanno fatto emergere i tratti inequivocabili di un amore tormentato. Alla base del dramma ci potrebbe essere proprio il modo di vivere il rapporto. Gelosia, possesso, un mix fatale. Chiusa nel dolore, la madre della giovane disoccupata spera in un miracolo. «Non vedo mia figlia da venerdì», ripete quasi in stato di trance. La nonna di Manuel è stata ricoverata in ospedale dopo avere visto il nipote morto.
Lui non ha lasciato biglietti o un indizio che possa aiutare gli investigatori a riannodare i fili delle loro vite spezzate, forse perché lei voleva troncare. Si pensa a una lite, magari l’ultima di una serie consumata lontano dalle pareti domestiche, poi il buio della morte. Il sindaco Antonio Fusè ha voluto abbracciare le famiglie. «Questo è il dramma di due ragazzi e dei loro genitori. Lo dico da padre. Mi aggrappo con tutte le forze all’idea che Sara sia sana e salva da qualche parte». Ma teme che le acque gelide della Muzza abbiano inghiottito per sempre il suo segreto.