GIAMBATTISTA ANASTASIO
Milano

I Comuni e i disabili: le barriere architettoniche non dovrebbero esistere da 38 anni ma nessuno in Lombardia le toglie

Obbligatori dal 1986, i piani per l’eliminazione sono una rarità Brescia e Milano capoluoghi virtuosi. Gli altri: “Ora li faremo”

Il Lombardia poche città hanno sviluppato i piani obbligatori per eliminare le barriere architettoniche

Il Lombardia poche città hanno sviluppato i piani obbligatori per eliminare le barriere architettoniche

Milano, 29 luglio 2024 –  La legge statale che li ha resi obbligatori risale al 1986, quella regionale al 1989. Eppure, a distanza di 38 anni dalla prima disposizione e a 35 dalla seconda, i Comuni lombardi che hanno approvato un Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (Peba) sono 221 su 1.506: uno su sette. E nell’elenco di quelli che non hanno ancora provveduto ci sono quasi tutti i Comuni capoluogo di provincia. Questo è quanto emerge dall’ultima “Relazione valutativa“ sull’eliminazione delle barriere architettoniche redatta dall’assessorato alla Disabilità della Regione e illustrata alla Commissione Infrastrutture del Consiglio regionale.

Nel dettaglio, tra i capoluoghi di provincia, solo Brescia e Milano hanno già adottato un Peba: gli altri dieci non ancora. Brescia, in particolare, ha avuto un’attenzione tempestiva e costante al tema: ha adottato il primo Piano contro le barriere architettoniche già nel 1989, sebbene fosse limitato solo agli edifici pubblici, e lo ha aggiornato e ampliato nel 2006 e nel 2010. Il Comune di Milano, invece, vi ha provveduto nel 2018.

Non solo il capoluogo, però: è la provincia di Brescia nel suo complesso a rivelare i dati migliori. Delle 221 amministrazioni comunali che hanno già un Peba approvato, ben 47 sono nel Bresciano: in termini percentuali, ha un Piano già in vigore il 21,3% delle municipalità che fanno riferimento a Brescia. Nessuna provincia lombarda fa meglio. Segue quella di Bergamo con 31 Comuni che se ne sono dotati, pari al 14% del totale. Quindi ecco quella di Cremona: 26 Comuni con un Peba in vigore, pari all’11,8% del totale. Appena dietro la provincia di Como: ha un piano contro le barriere architettoniche l’11,3% delle amministrazioni comunali. In fondo alla classifica la provincia di Monza e Brianza, dove solo il 2,3% dei Comuni ha registrato un Peba, quella di Sondrio, col 2,7%, e quella di Milano, dove lo strumento in favore delle persone con disabilità è stato predisposto dal 4,1% dei municipi. Interessante la distribuzione dei Peba negli anni: la gran parte dei Piani – ben 207 su 221 – sono stati approvati tra il 2022 e febbraio 2024. Quelli approvati tra il 1989, anno della legge regionale, e il 2021 sono solo 14. Un fatto che si spiega (anche) con l’andamento a intermitteza della legislazione sul tema. Come detto, la prima legge statale è del 1986, la prima legge regionale del 1989. E già qui si poneva un obbligo ai Comuni. Ma le «linee guida per la redazione dei PEBA» sono state approvate dalla Giunta regionale solo nel 2021. Nel mezzo, nel 2017, ecco il decreto del Presidente della Repubblica che ha aggiornato le norme per la progettazione di edifici e spazi accessibili a tutti sulla base di quanto disposto dalla Convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità, quella del 2006. Ma alla data del 2017, come detto, solo 14 Comuni lombardi avevano un piano da aggiornare, i restanti non ne avevano alcuno. Ad ogni modo, a rendere il 2022 l’anno spartiacque per i Peba, in Lombardia, sono state alcune misure varate dalla Regione: l’istituzione di un registro telematico con obbligo di registrazione da parte dei sindaci, le premialità riconosciute in alcuni bandi ai Comuni che avessero un Peba approvato e i contributi messi in campo per aiutare le municipalità sotto i 20mila abitanti a rimuovere le barriere ma anche a redigere i Piani.

Quanto ai capoluoghi, dal Comune di Bergamo fanno sapere che il Peba approderà in Consiglio comunale «entro la fine del 2024» e sottolineano che, pur in assenza del Piano, nell’ultimo decennio sono stati investiti tra i 500mila e i 700mila euro all’anno per la rimozione delle barriere architettoniche. Da Lecco l’assessora Renata Zucchi assicura che il «Peba è in fase di approvazione» e rimarca l’adesione della città «al progetto VIVInclusi che, in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha trasformato l’asse principale di Lecco, quello che va dalla stazione ferroviaria al polo universitario, badando anche alla rimozione delle barriere per la disabilità cognitiva e non solo fisica: un’esperienza che ci permetterà di avere un Peba che andrà oltre la logica, a volte un po’ riduttiva, dei Peba». Quindi Mantova: qui l’assessore Nicola Martinelli spiega che «la redazione del Piano è già stata avviata con la consulenza del Politecnico di Milano, che si conta di approvarlo per la fine del 2025 e che l’iter è stato avviato solo dopo la direttiva del 2021 della Regione perché prevede linee guida chiare su come impostare il documento. Intanto – conclude Martinelli – l’attenzione per la rimozione delle barriere è stata massima». Andrea Furegato, sindaco di Lodi, assicura che «il Peba è nell’agenda del Comune».