
Adriano Galliani
Milano, 13 aprile 2016 - Il paradosso al Milan è che a presentare Cristian Brocchi come nuovo allenatore c'era chi si è opposto (Adriano Galliani, che avrebbe tenuto Mihajlovic) e non chi si è imposto (il presidente Silvio Berlusconi). "E' stato un passaggio sul quale ci siamo confrontati io e il presidente Berlusconi - spiega lo stesso Galliani, senza cravatta gialla -, ognuno dice la sua e alla fine arriviamo ad una decisione comune. La società è una sola, andiamo tutti dalla stessa parte, con il presidente c'è dialettica, ma quando prendiamo una decisione è condivisa. Abbiamo identificato in Brocchi la persona giusta per dare una scossa e migliorare il gioco della squadra. Mihajlovic ha fatto un buon lavoro, siamo sesti in campionato e siamo in finale di Coppa Italia, ma abbiamo pensato che ora servisse qualcosa di diverso. É stato valutato l'ultimo periodo, dalla sconfitta con il Sassuolo in poi, e si è arrivati a questa decisione. Tutti noi vogliamo e crediamo che Brocchi sarà l'allenatore della prima squadra del Milan anche l'anno prossimo. Se le cose non dovessero andare bene, Cristian resterà comunque al Milan come tecnico della Primavera. Speriamo che domenica sera contro la Samp Brocchi possa fare lo stesso risultato di Simone Inzaghi a Palermo".
Galliani glissa su cosa succederà al Milan nel futuro. Le voci sui cinesi ("Non riguarda chi gestisce il Milan, ma i proprietari, quindi Fininvest. Io e il presidente parliamo solo di calcio"), la possibilità di un nuovo allenatore a luglio ("Noi non abbiamo contattato nessun altro allenatore. Speravamo di arrivare alla fine della stagione con Mihajlovic. Nessun allenatore può dire di essere stato contattato dal Milan") e i tanti sfoghi dei tifosi e della Curva Sud ("Dispiace che le scelte che vengono fatte della soscietà per il bene del Milan non abbiano trovato il consenso dei tifosi. Chi guida la società ha il dovere di prendere delle decisioni per il bene del club. L'importante è che arrivino i risultati, nel calcio dipende tutto da quello. Se arrivano i risultati, è tutto perfetto, sono l'unica cosa che conta. Siamo convinti che questa scelta, anche se non condivisa, possa fare il bene del Milan") non scuotono la sua serenità: "Brocchi è stato scelto perché sappiamo come giocano le sue squadre. La sua conferma dipenderà soprattutto dal gioco. Il Milan è sempre stata una squadra che ha sempre giocato a calcio. Sento quasi tutti i giorni il presidente e lui non è contento quando si gioca male, non quando si perde. Ovviamente è tutto importante, ma credo che il gioco abbia un'importanza particolare per questa società".