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Milano, 9 febbraio 2021 - Mariah Carey vs Jennifer Lopez, Taylor Swift vs Katy Perry. Di “catfight”, ovvero litigi tra “gatte”, è piena la storia. Pure del pop. Ed è in questo mondo felino sempre ad un passo dal trasformarsi in un feroce scontro tra tigri che Chadia Rodríguez punta il dito in “Donne che odiano le donne”, il singolo con cui è appena tornata in radio per confermarsi la figura femminile di riferimento della scena rap italiana. "Invidie, gelosie, il mondo è pieno di donne che si odiano", spiega Chadia, madre marocchina, padre spagnolo, nata ad Almeria, ma cresciuta a Torino e ora trapiantata a Milano in zona Stazione Centrale dove continua la sua strada sotto l’ala di Jake La Furia e del produttore Big Fish. "La collaborazione, il fare fronte comune, nasce dal rispetto e questo spesso manca nell’universo femminile". Perché sulla copertina si fa ritrarre a terra dopo un incidente automobilistico? "La cover è legata all’idea del video, in cui rimango vittima di un incidente e le passanti, invece di soccorrermi, ridono, commentano, fotografano, lasciandomi al mio destino". Il singolo “Bella così” era più positivo. "Voleva essere uno sprone ad accettarsi, a non sentirsi inadeguati. L’ho interpretato con un’altra donna, Federica Carta, senza però i sentimenti negativi raccontati in quest’ultimo pezzo. Pure ‘Donne che odiano le donne’ l’ho registrato in coppia, con Erika Lei". A proposito dell’accettarsi, perché s’è rifatta le labbra? "Oddio, no. Ho le labbra carnose e anni fa, davanti ad una foto postata su Facebook, c’è caduta perfino mia madre. Mi sono rifatta solo i denti, ma non per motivi estetici". La sua collega Madame è in gara a Sanremo. Le piacerebbe? "Quest’anno ci sarebbe stata la possibilità, proprio con questo pezzo. Ma non mi sentivo ancora pronta per affrontare un’esperienza e un’emozione così grandi. Però ho deciso di portare un’idea di Sanremo nel video di ‘Donne che odiano le donne’, salendo una scala che ricorda quella dell’Ariston percorsa a ritroso. Chissà, forse l’anno prossimo salirò pure l’ultimo gradino". Ha giocato da terzino nella Juventus. "Mi ha dato la determinazione di cui avevo bisogno, inculcandomi il significato del gioco di squadra. Ho smesso per un infortunio al ginocchio, ma la lezione è rimasta". Faccia la formazione della sua squadra. "Jake La Furia in porta, io e Max (il manager Massimiliano Vecchi - ndr) in difesa, Kende centrocampo, Big Fish centravanti di sfondamento".