Milano – Capodanno di cultura al Carcano con Lella Costa. Lei, direttrice artistica del teatro da tre anni, farà un regalo al “suo” pubblico: una serata di stand up d’autrice, soprattutto comedy ma non solo. Attingendo dal suo vasto repertorio, svelerà uno scrigno magico da cui usciranno fuochi d’artificio. La sua voce inconfondibile, il suo intelletto da artista multiforme - attrice comica e brillante ma anche drammatica, doppiatrice di soap opere longeve, attivista per la parità di genere e i diritti sociali, opinionista in diversi talk televisivi, autrice dei suoi testi e di saggi - proporrà "Monologhi uditi e inauditi per accogliere il nuovo anno".
Sempre al Carcano, fino al 6 gennaio, dopo il successo record nel West End londinese nel 2022 e nel 2023 torna in scena in esclusiva “Dirty Dancing", ispirato a uno tra i film più iconici della storia del cinema che ha saputo conquistare il cuore di diverse generazioni. L’avvincente storia di Baby e della sua emancipazione come donna, del riscatto femminile attraverso il talento, è protagonista dello spettacolo, che seduce grazie a un’esplosione di musica travolgente, emozioni mozzafiato e coreografie spettacolari. Johnny sarà Gabrio Gentilini, mentre a indossare i panni di Baby è Vanessa Innocenti. Protagonista anche la colonna sonora, che ha definito e influenzato un’epoca grazie alla presenza di hit internazionali tra cui “Hungry Eyes” e “Do You Love Me?” e ovviamente il premio Oscar per la migliore canzone originale “(I’ve Had) The Time of My Life”.
"Che piacere poter portare in scena ancora una volta questo titolo così iconico – spiega il regista Federico Bellone – che ha il potere di attrarre in teatro, la mia grande passione, un pubblico che spesso non si avvicina ad esso! E questa volta con una nuovissima produzione che ha come obiettivo quello di offrire agli spettatori un’esperienza di altissima qualità sull’onda di esempi in scena nel West End di Londra e a Broadway, dove il teatro di prosa di eccellente fattura incontra una richiesta di fruizione molto ampia".
A gennaio da non perdere “L’Empireo“, testo monumentale e ambizioso della drammaturga inglese Lucy Kirkwood. Ambientato a metà del ‘700 nell’Inghilterra rurale, racconta la storia di una giuria di 12 donne convocate da un giudice che non può giustiziare per omicidio una ragazza perché si dichiara incinta. La giuria femminile dovrà decretare la verità o meno di questa affermazione, e avrà su di lei potere di vita o di morte. Da questo microcosmo femminile, emergono le questioni fondamentali e intramontabili della vita delle donne di qualsiasi epoca, primo tra tutti, il trattamento iniquo che la legge scritta dagli uomini esercita ancora oggi sulle donne e sul loro corpo.
"Amo l’epica, amo la coralità, amo la sfumatura tragicomica – svela la regista Serena Sinigaglia –: L’Empireo è tutto questo insieme. E ti racconta una storia avvincente. È un testo contemporaneo che osa essere ambientato nel 1759. Un testo contemporaneo, in costume? Ebbene sì. Anzi, è il primo testo teatrale in cui mi imbatto che affronta le tematiche di genere e lo fa senza concedere nulla alla retorica. È secco, ruvido, vero, come la realtà. E poi dà spazio alle attrici, 19 personaggi di cui 17 femminili. Una bella inversione di tendenza rispetto alla media dei personaggi pensati e scritti per le donne".