PAOLO GALLIANI
Cosa Fare

Capodanno cinese 2024, così Milano festeggia l’anno del Drago: tra danze, abiti tradizionali e street food. Il programma

Tanti gli eventi in vista dell’11 febbraio. Ritrovo ufficiale all’Arco della Pace: attese oltre 30mila persone

Tavola imbandita per il Capodanno cinese. A destra, il Drago luminoso che decora via Paolo Sarpi

Milano – Cambia tutto. E del resto, non è più la stessa nemmeno la comunità cinese, un tempo maggiormente concentrata nel quadrilatero Sarpi, Canonica, Rosmini e Bramante, oggi attiva anche in tanti altri quartieri di Milano. Ma c’è un momento che è rimasto invariato. Ed è l’attesa che accompagna l’arrivo del Capodanno lunare, appuntamento catartico che quest’anno troverà un alleato più che mai beneaugurante: il Drago, simbolo di prosperità, coraggio e benessere. Insomma, di successo.

Arco della Pace

Della serie: sarà un 2024 ricco di fortuna. E se è vero che le celebrazioni proseguiranno fino al 24 febbraio (giorno della Festa delle Lanterne), a tenere banco sarà la giornata di domenica 11 febbraio, quando il Capodanno cinese, per motivi di sicurezza, si prenderà la scena in piazza Sempione, location più adatta di via Sarpi ad ospitare uno spettacolo che nel 2023, proprio all’Arco della Pace, aveva richiamato 30mila persone.

Parata e danza

Poco dopo le 14 i saluti istituzionali, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala, del console cinese e delle tante realtà che compongono la galassia rappresentativa della comunità, comprese l’associazione Cinesi a Milano e l’Unione imprenditori Italia-Cina di via Bramante, quest’ultima ideata anni fa da Francesco Wu, ristoratore e importatore che siede nel direttivo di Confcommercio. A seguire, la breve parata che porterà centinaia di artisti dal vicino backstage predisposto in via Bertani al palco allestito sotto l’Arco, dove a prendersi la scena saranno la danza del Leone e del Drago, le esibizioni di arti marziali e le sfilate di donne avvolte in costumi tradizionali.

Street food in Paolo Sarpi

A poca distanza, atmosfera comunque garantita lungo via Paolo Sarpi, decorata da settimane con lanterne, lucine e creazioni grafiche ispirate al Drago, occasione imperdibile per ritornare in una Chinatown meneghina in piena muta commerciale, con i ristoranti stile "involtini primavera e pollo con le mandorle" soppiantati da raviolerie e locali contemporanei avviati da millennials iper-dinamici, trenta-quarantenni capaci di muoversi agevolmente tra la cultura ereditata dalle famiglie di origine e quella adottata crescendo a Milano. Tant’è.

Sarà anche un Capodanno in versione domestica, che i cinesi vivranno nelle loro case, tra abbondanti porzioni di ravioli farciti, gnocchi di riso, dim sum e pesce e sfoggio di drappi e abiti rigorosamente rossi, in omaggio al colore che, secondo la leggenda, sarebbe stato capace di tenere lontano un terribile mostro che periodicamente terrorizzava gli esseri umani. Dettagli. Ma importanti. Come l’augurio che i milanesi sono invitati a fare ai cinesi in festa. Rivolgendosi loro con un apprezzato: “Lóng nián jixiáng”. Buon Anno del Drago!