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Cosa vedere a Milano: tre cose sul Duomo che dovete assolutamente sapere

Il Duomo è certamente il monumento più famoso di Milano, ma siete davvero sicuri di conoscerlo bene? Ecco tre chicche per vederlo (o rivederlo) sotto una luce nuova.

Il Duomo di Milano

Con le sue guglie di marmo candido che svettano al cielo e la Madonnina che, a braccia aperte e incoronata di stelle, splende contro il cielo di Milano, il Duomo è il simbolo della città per antonomasia. Dedicato a Santa Maria Nascente, e costruito lì dove sorgevano la cattedrale di Santa Maria Maggiore e la basilica di Santa Tecla, è per superficie la terza chiesa cattolica nel mondo, dopo San Pietro in Vaticano e la cattedrale di Siviglia.

La sua edificazione fu iniziata nel 1386 su iniziativa dell’arcivescovo Antonio de’ Saluzzi, ma fu il “Conte di Virtù”, cioè Giangaleazzo Visconti, a decidere che si sarebbe trattato di un’opera grandiosa: il signore di Milano fece arrivare in città dalla Val d’Ossola il pregiato marmo di Candoglia; ogni blocco destinato al Duomo era marchiato AUF (Ad usum fabricae), e per questo esente da qualsiasi tributo di passaggio. Ed è proprio per questo che, per indicare il vivere gratis o a spese altrui, si usa l’espressione “a ufo”! Già tanti di voi ne avranno ammirato la facciata imponente e allo stesso tempo slanciata, come voleva lo stile tardo gotico, le splendide vetrate colorate che ne illuminano il buio o i tanti altari. Magari, siete anche già saliti sulle splendide terrazze panoramiche da cui si gode di una vista mozzafiato sul ricamo delle guglie e dei pinnacoli o avete visitato il celebre tesoro del Duomo, ma siete sicuri di conoscerlo davvero bene?

Vi sveliamo tre curiosità che siamo certi vi faranno venire voglia di ritornare ad ammirare la chiesa.

La statua di Napoleone

Sono tantissime le statue che adornano il Duomo, ma una di queste ha una storia molto particolare. Si trova sul lato che affaccia su Palazzo Reale, sul terzo contrafforte partendo dalla facciata principale, e raffigura un ragazzo con le braccia conserte, in tono di sfida, e i piedi incatenati: è San Napoleone. Chiaramente di tratta di un santo di fantasia, legato al periodo in cui la città era governata da Bonaparte. La leggenda racconta che il santo non esistesse e che, per compiacere l’Imperatore, il cardinale Caprara rintracciò uno sconosciuto giovane del IV secolo, Neapolis, per assonanza collegato con Napoleone. Anche la storia del santo fu costruita a posteriori, attraverso analogie con altre agiografie: si disse fu torturato e poi ucciso in prigionia.

La meridiana del Duomo

Entrate nel Duomo dall’ingresso principale: noterete una linea di ottone. Va da sud a Nord e poi sale per tre metri in verticale sulla parete, terminando in un riquadro raffigurante il segno zodiacale del Capricorno. Si tratta di una meridiana che aveva lo scopo di determinare la data della Pasqua, realizzata nel 1776 dagli astronomi Guido Francesco Reggio e Giovanni Angelo De Cesaris per volere di Giuseppe II.  Estremamente preciso, lo strumento funziona chiaramente ancora oggi: entrate in chiesa alle 12 e vedrete un raggio di luce che si proietta sulla linea del pavimento indicando il periodo dell’anno in cui ci si trova grazie a una serie di segni zodiacali riprodotti nel marmo lungo la meridiana.

Il rito della nivola

Una nivola è uno strano ascensore del Seicento, oggi meccanizzato; è composto da una cesta di lamiera ampia tre metri circa e ricoperta di tela dipinta con motivi angelici da Landrini: tra le sue nuvole azzurre volano ricciuti cherubini dalle forme paffute. Ogni anno, il sabato che precede il 14 settembre, si celebra la festa dell’Esaltazione della Santa Croce: al centro della cerimonia si trova il Santo Chiodo della crocifissione, quello che secondo la leggenda fu smarrito dall’Imperatore Costantino e ricomparve in modo misterioso nella bottega di un fabbro milanese. Portato da Sant’Ambrogio nella chiesa di Santa Tecla, il chiodo è oggi sospeso sopra l’altare maggiore del Duomo: per riportarlo a terra durante la cerimonia di settembre si usa appunto la celebre nivola.