ANDREA SPINELLI
Cosa Fare

Balzo nello Spirit de Milan, un tempio dello swing tra passato e presente

Un tempo erano le Cristallerie Fratelli Livellara. E ancora prima l’Oleificio Balestrini alla Bovisa. Archeologia industriale del 1921 riconvertita al ballo nel 2016

Spirit de Milan

Milano, 9 agosto 2018 - Un tempo erano le Cristallerie Fratelli Livellara. E ancora prima l’Oleificio Balestrini alla Bovisa. Archeologia industriale del 1921 riconvertita al ballo nel 2016 per diventare un crocevia della musica dal nome impegnativo: Spirit de Milan. Uno dei pochi locali in città che prosegue la programmazione, senza soste, per tutto il mese di agosto. «Una scommessa fatta tre anni fa senza pensare che direzione avrebbe potuto prendere – ammette Luca Locatelli, cofondatore del locale assieme a Klaxon, società di studio e progettazione attiva nel campo dell’exhibition design –. Questo della Bovisa era uno spazio carico di storia che cercava idee, noi avevamo idee in cerca di uno spazio e alla fine ci siamo incontrati. E il presupposto era quello di lanciare il progetto sfruttando la presenza del mondo a Milano per l’Expo».

Con quali propositi?

«I temi all’inizio erano un po’ diversi da quelli poi sviluppati nel tempo. Il cartellone contemplava soprattutto lo swing, visto che il nostro primo esperimento di produzione diretta era stato nel 2013, in via Palermo, con il festival Swing’n’Milan, e quindi sapevamo di poter contare su una comunità in cerca di luoghi del genere in cui esprimersi».

Da cosa nasceva lo Spirit de Milan?

«In sintonia col tema “nutrire il mondo” di Expò, l’idea era quella di ritrovare il senso di comunità offerto dalla tavola, come accadeva ai nostri nonni, riportando il bello di quel tipo di esperienza col suo corollario di ballo e di divertimento. Due visioni che avevano in comune l’epoca storica e un anno, il 1927, in cui Lindbergh trasvolava l’Atlantico a bordo del suo Spirit of St. Louis dando origine al Lindy Hop (Lindbergh era detto “Lindy”, mentrè “hop” in inglese vuol dire “balzo” con riferimento in questo caso al suo volo transoceanico, ndr) mentre a Milano nascevano i tram, prima idea di città in movimento. Una visione dinamica che funziona ancora oggi».

Una caratteristica è la ciclicità degli appuntamenti.

«Esatto. Il calendario prevede martedì cabaret, mercoledì milonga o LifeGate, gli appuntamenti rock di Ezio Guaitamacchi, giovedì canzone milanese, venerdì anni 60-70, sabato swing con orchestra e ballerini, domenica blues o jazz. E abbiamo notato la presenza di una comunità diversa a seconda del tipo di serata».

Il cabaret?

«La serata del martedì s’intitola Tacchi, Dadi e Datteri, con la partcipazione a sorpresa di artisti milanesi come Rafael Didoni, Germano Lanzoni, Flavio Pirini, Folco Orselli, Walter Leonardi e dei loro ospiti».

Qual è ora la sfida?

«Abbassare l’età media del pubblico. Abbiamo infatti una gamma di pubblico che va dagli adolescenti ai novantenni. Il senso di famiglia che abbraccia ogni tipo di frequentatore si affacci sulla nostra pista ha finito col tempo per fortificare lo slogan che da noi si balla e non si sballa. E questo nonostante ci si trovi in quartiere periferico, per certi aspetti critico, come la Bovisa».

Venendo al cartellone, cosa avete di allettante ad agosto?

«Questa sera ospitiamo Emma Morton, giovane cantante scozzese affiancata dai suoi The Graces, attualmente in tour per l’Europa con il loro ultimo album “Bitten by the devil”, un viaggio sperimentale in bilico tra jazz, roots, soul e homespun scottish folk. Il 16, poi, c’è Roberto Brivio, già membro dei Gufi, un pezzo di storia della canzone milanese».